“Nell’ultimo periodo, prima dell’ufficializzazione delle mie dimissioni da Presidente dell’Ente Gestione Parchi e Biodiversità Romagna a far data dal 1 luglio 2024, visto le voci che si rincorrevano, in parecchi mi hanno chiesto la motivazione di tutto ciò. Diciamo che l’origine nasce nel voler mantenere fermo quanto dichiarato nell’accettare il rinnovo alla Presidenza (a inizio 2023) a seguito di varie insistenze e “corteggiamenti”, cioè dimettermi al raggiungimento di tre obiettivi, ben conscio che tali obiettivi necessitavano di essere portati a compimento. Tali obiettivi erano l’approvazione del Piano Territoriale del Parco della Vena del Gesso Romagnola, l’ottenimento del riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco (questi due obiettivi sono stati centrati) e il terzo obiettivo era seguire l’iter della riforma della L.R. n. 24/2011 che istituiva gli Enti di Gestione Parchi con la necessità di modifiche alla normativa e soprattutto alla migliore definizione della governance. Siccome tale iter è stato rinviato alla prossima Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, a quel punto ho deciso di dimettermi in quanto non volevo rifarmi “convincere” a rimanere una terza volta. Infatti oltre al “forzato” rinnovo alla Presidenza ricordo che nel 2018, al momento della prima accettazione, dissi che se avesse lasciato l’Ente il direttore Massimiliano Costa mi sarei dimesso in quanto a lui mi legava un filo fin da quando, come dirigente della Provincia di Ravenna mi furono affidati oltre all’agricoltura, caccia e pesca anche i parchi e le aree protette. Massimiliano Costa si dimise (seguendo il cuore) e in quella fase fui convinto a rimanere, per non dare l’impressione di abbandonare la nave in un momento di forte tempesta. Infatti in quel periodo, giugno 2020, c’erano diverse questioni a mezzo per cui mi sono adoperato per individuare il nuovo direttore Nevio Agostini. Con lui abbiamo dovuto ricostituire tutte le risorse umane dell’Ente in quanto era al termine la convenzione con la Regione Emilia Romagna per il comando del personale dell’Ente stesso e ciò era importante per portare avanti tutta la mole di progetti che Massimiliano Costa con la sua passione, energia, dinamicità aveva messo in pista. Quindi ora è il momento di avviare, soprattutto per il Parco della Vena del Gesso Romagnola, una nuova fase di progettualità futura che riguarda in primis quelli che sono gli assi portanti della legge sui Parchi e cioè la tutela e conservazione della natura, ma anche valorizzare in maniera sostenibile il territorio partendo dal riconoscimento Unesco e da un rinnovato e fertile rapporto con gli agricoltori visto che, a differenza di altri Parchi, essi detengono oltre l’80% della proprietà dei terreni inseriti nel Parco stesso. Nel concludere questa breve nota vorrei ringraziare per la magnifica esperienza effettuata, le istituzioni che mi hanno individuato e voluto per la carica di Presidente e tutti gli amministratori che mi hanno accompagnato in questi anni sia all’Ente di Gestione che alla Comunità del Parco della Vena del Gesso Romagnola, compresi quelli della Regione Emilia-Romagna, dei comuni del Parco, delle quattro province dell’Ente e degli altri quattro Enti di gestione, unitamente a dirigenti e tecnici di tutte queste istituzioni. Ringrazio tutto il personale che si è succeduto in questo periodo di tempo, da quelli con varie forme di contratto e collaborazione, fino a quelli attuali che in gran numero risultano a tempo indeterminato conferendo così un’adeguata stabilità all’Ente. Voglio poi ringraziare tutte le associazioni da quelle ambientaliste (CAI, FSRER, GEOLAB, GEV, LEGAMBIENTE, WWF) con cui abbiamo convenzioni in essere, a quelle agricole (CIA, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, TERRAVIVA), come pure quelle venatorie e i due ATC faentino ed imolese. Un ringraziamento anche a Enti importanti per la collaborazione sviluppata e cioè l’URF (Unione Romagna Faentina), i due GAL, il CONAMI, IF (Imola Faenza Tourism), il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale, le Università di Bologna e Modena-Reggio Emilia, le Soprintendenze di Bologna e Ravenna nonché tutti i media locali per il proficuo rapporto. Infine voglio ringraziare la mia famiglia (in mezzo a questa bella avventura sono diventato nonno di due nipoti) e in particolare mia moglie che mi è stata vicino e nel contempo lasciandomi sempre la massima libertà. Auguro buon lavoro al futuro Presidente”.
Antonio Venturi