Inaugurata alla Galleria della Molinella la mostra “La Costituzione e l’alluvione”, un progetto ideato dal Comitato Costituzione Faenza e realizzato insieme alle scuole primarie del territorio per promuovere la valorizzazione e la difesta della Costituzione. In esposizione alla Molinella gli elaborati delle classi quarte e quinte elementari.
La mostra, inaugurata domenica 2 giugno, rimarrà allestita fino al 5 giugno, visitabile dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, tutti i giorni.

“Cerchereste invano nel testo della nostra Costituzione la parola “alluvione”. Alluvione non c’è; eppure di fronte ad un evento così traumatico che ha travolto non solo i beni di molti appartenenti alla nostra comunità, ma anche i sentimenti e la sostanza della comunità stessa di tutta Faenza e di gran parte della Romagna, a molti di noi è venuto spontaneo andare a cercare nella Carta Costituzionale delle risposte ai molti problemi urgenti che ha provocato il disastro naturale.
Abbiamo in passato spesso ripetuto quanto ebbe ad affermare il compianto Carlo Azeglio Ciampi presidente della Repubblica: la Costituzione è la nostra Bibbia civile. Cerchiamo dunque lì i principi che devono guidare l’azione delle istituzioni, ai vari livelli, e orientare il comportamento dei cittadini”.

“Qual è stato l’atteggiamento dei cittadini, sia delle nostre città colpite dalle calamità naturali sia quello dei tanti volontari, giovani e meno giovani, affluiti in Romagna per dare una mano, per alleviare i disagi e le sofferenze della popolazione colpita: c’è stato un moto spontaneo di solidarietà nazionale che, oltre all’azione concreta per salvare le persone e per cercare di ripristinare le case ed i beni, per altri è consistito in un contributo economico spontaneo a favore degli alluvionati.
Che c’entra la Costituzione? Ebbene questa reazione popolare si potrebbe definire “la Costituzione vivente”! L’art.2 della Costituzione infatti dice: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti […]e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Insomma, la solidarietà economica e sociale non è soltanto un sentimento spontaneo, ma è parte del patto e del vincolo di cittadinanza e coinvolge quindi in pieno anche le istituzioni a partire da quelle dello Stato, Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica e di conseguenza tutta l’amministrazione statale e, secondo le rispettive competenze, regionale, provinciale e comunale”.

Essere un “popolo” significa appartenere ad una comunità e per le persone che ne fanno parte assumere diritti e doveri, fra questi il dovere di solidarietà che corrisponde ad una aspettativa di protezione che alza il livello di qualità della vita di tutti noi.
Il dovere di solidarietà economica e sociale delineato nella nostra Costituzione è cosa diversa dal sentimento di compassione che spontaneamente ci fa sentire coinvolti nelle avversità o nei lutti che colpiscono altri membri della nostra comunità.
Questa comunità ha assunto nel mondo contemporaneo una dimensione molto più ampia di quella tradizionalmente rappresentata da una dimensione territoriale limitata (il proprio Comune, la propria Regione, l’appartenenza ad un “Paese”). Questa dimensione a partire dal secolo scorso si è notevolmente allargata coinvolgendo innanzitutto la dimensione europea (oltre che cittadini dei singoli paesi siamo anche cittadini europei). Ma anche oltre l’Europa, perché la facilità delle comunicazioni e degli spostamenti delle persone da un paese e da un continente all’altro ci ha fatto conoscere più da vicino altri popoli e le migrazioni oggi – per lo più provocate dal disastro delle guerre e dagli effetti economici devastanti che i cambiamenti climatici stanno provocando – hanno favorito la conoscenza reciproca e suscitato un forte sentimento di solidarietà nella maggioranza delle persone che già coinvolge anche gli Stati e cementerà nel tempo il senso dell’appartenenza ad un unico genere, il genere umano.
Nessuno deve essere lasciato solo!
C’è un dovere di solidarietà economica e sociale. Le istituzioni, in cambio dell’obbligo costituito dal pagamento dei tributi, hanno il dovere di tutelare oltre che il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione anche l’ambiente, la biodiversità•e gli ecosistemi come dice il testo costituzionale.
La tutela dell’ambiente consiste oggi più che mai non solo nella sicurezza del territorio, ma anche nell’equilibrio fra tutti i fattori ambientali che in tempi drammatici, caratterizzati da fenomeni naturali estremi e da modificazioni climatiche in atto, rischiano di alterare le condizioni di vivibilità per gli esseri umani e la qualità della vita in tutti i suoi aspetti economici, sociali e culturali.
E’ per questo motivo che quest’anno il Comitato di Faenza per la valorizzazione e la difesa della Costituzione ha deciso di individuare il tema del Concorso annuale nel rapporto tra Costituzione e alluvione”.