“Il caro affitti nelle abitazioni è un problema ben noto a Ravenna. E non da oggi. Chi si trova nella necessità di effettuare una ricerca per prendere in locazione un immobile, anche un monolocale, sperimenta sulla propria pelle la rarità e il costo elevato come caratteristiche intrinseche della ricognizione. Vale per gli studenti, per i lavoratori, per i nuclei famigliari, per chi ha già la residenza in Comune e per chi proviene da fuori Città o fuori Regione, per chi ha la cittadinanza e per chi un permesso di soggiorno, per chi accetta anche il nero e per chi vuole un contratto regolare, per chi vorrebbe un alloggio popolare: nessuno resta escluso dal problema a meno di poter dimostrare una disponibilità economica non ordinaria. E il problema, invece di ridursi, nel tempo è divenuto sempre più grave.
Si è arrivati al punto che i giornali hanno titolato “Casa in affitto: Ravenna più cara di Milano”. Secondo i dati forniti da Idealista ed elaborati dal Sicet Cisl Romagna se tutte le province romagnole hanno registrato incrementi significativi nei costi di locazione dal 2019 al 2024, la Provincia di Ravenna ha registrato la crescita più significativa. Tra il 2019 e il 2024 da noi i costi degli affitti sono aumentati del 64,58%, passando da un valore medio di 9,60 euro al metro quadro all’inizio della rilevazione sino ad una media di 24,20 euro al metro quadro nel mese scorso.
Eppure a Ravenna, nel solo Comune, si contano circa 30mila abitazioni sfitte. Eppure a Ravenna, nel solo Comune, proliferano i via libera a nuove lottizzazioni. Dunque non mancano gli alloggi potenziali ma la loro effettiva locazione. A mancare sono sicuramente regole e norme sugli affitti brevi che, come noto, concorrono a erodere il numero di alloggi effettivamente disponibili e a spingere in alto i prezzi. Come Ravenna in Comune abbiamo chiesto più volte all’Amministrazione di non essere interventista nell’implementare l’impermeabilizzazione dei terreni con nuove costruzioni e totalmente disinteressata rispetto al patrimonio immobiliare già disponibile ma inutilizzato. Abbiamo chiesto “di sospendere, meglio ancora bloccare, il rilascio di nuove autorizzazioni che implichino un incremento del consumo di suolo”. Ed ancora abbiamo ribadito che “È urgente l’introduzione di misure che disincentivino l’inutilizzo del costruito e ne agevolino l’immissione nel mercato degli affitti calmierati”.
Afferma il sindacato: “L’incremento dei costi sta mettendo a dura prova le famiglie nella ricerca di alloggi adeguati. Questa pressione finanziaria spinge molti a cercare alternative come il trasferimento in zone meno costose o la condivisione degli spazi abitativi. È indispensabile un intervento urgente da parte delle autorità locali per fronteggiare questa crescente problematica e assicurare alle famiglie l’accesso a soluzioni abitative a prezzi accessibili. Ma non solo le famiglie sono colpite: anche studenti universitari e lavoratori si trovano di fronte a enormi difficoltà nel trovare alloggi a canoni sostenibili”.
La smetta l’Amministrazione de Pascale di curare i soli interessi degli immobiliaristi e di fregarsene bellamente delle esigenze della collettività che dovrebbe rappresentare!