Oggi è la giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia (l’acronimo è IDAHOT). C’è bisogno di dedicare una giornata a quanto dovrebbe essere scontato e condiviso? Sì, perché il nostro non è un Paese civile. Né l’Emilia-Romagna è un’isola felice. E Ravenna non fa eccezione.

L’Emilia-Romagna, sul tema delle discriminazioni anti LGBT, ha effettuato una “Ricerca sulle discriminazioni e sulle violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere” con l’obiettivo di implementare la conoscenza del fenomeno delle discriminazioni, della violenza e dell’ostilità anti LGBT nel territorio regionale. Il risultato è stato presentato lo scorso anno. È emerso che una persona su quattro tra quelle che coinvolte dalla ricerca aveva subito almeno un’aggressione sessuale o fisica ed oltre il 5% le aveva subite entrambe. L’11,4% denunciava di aver subito uno stupro o un tentativo di portarlo a termine. Otto persone su dieci sono state fatte oggetto di derisione e più della metà delle persone si è confrontata con insulti o minacce.

In Italia manca una legge nazionale contro l’omotransfobia. In Emilia-Romagna, pur con tutti i limiti, è stata approvata una “legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”. La relazione con cui è stato esaminato il periodo 2019-2023 dalla sua entrata in vigore riconosce che «le segnalazioni in materia di orientamento sessuale e identità di genere costituiscono un ambito privo di specifica copertura normativa e le denunce non rappresentano il fenomeno nella sua globalità perché alcuni comportamenti, pur avendo una chiara matrice violenta, non sono sempre rilevanti sul piano penale o sono difficili da provare in sede giudiziaria, per cui solitamente sfuggono alle rilevazioni delle forze di polizia». Per quanto riguarda lo specifico della normativa regionale ammette che «per realizzare azioni ed interventi sempre più efficaci e rispondenti ai bisogni di cittadini e cittadine del territorio, è necessaria una forte integrazione e coordinamento delle politiche e tra settori diversi, non sempre facile da attuare».

A Ravenna c’è un Centro Antidiscriminazione LGBTI+ che si occupa di accoglienza, consulenza e sostegno a favore di persone LGBTI+ italiane e straniere vittime di maltrattamenti, violenze, abusi e marginalità in ragione del loro orientamento sessuale e identità di genere. Ravenna in Comune ne ha seguito il percorso sin dai problemi che ne avevano ritardato l’avvio. Ora però il centro è attivo, si trova in Via Enrico Berlinguer 7 ed è aperto il lunedì e il giovedì dalle 17.00 alle 19.00 e il martedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 11.00. Il Centro si avvale di personale professionista e volontario e i servizi sono erogati a titolo gratuito. Si tratta di un passo in avanti che come Ravenna in Comune abbiamo salutato con piacere e che vogliamo ricordare proprio oggi, 17 maggio, nella giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia.