Dopo il voto in consiglio comunale, contrario al Partito Democratico e alla giunta, sull’urbanizzazione della Ghilana, Faenza Cresce torna sulla serata di martedì dove la maggioranza a sostegno dell’amministrazione comunale manfreda si è spaccata. Il consigliio era chiamato a dare il proprio parere sul progetto di costruzione di villette nell’area di via Firenze. Il voto era l’ultimo passo di un iter procedurale durato quasi quattro anni, in cui precedentemente il consiglio comunale aveva sempre votato a favore, al centro di un intenso dibattito. Prima è stata la presenza di una colonia di ricci a movimentare le associazioni ambientaliste per bloccare l’urbanizzazione. Poi la Ghilana è stata sommersa dall’acqua durante l’alluvione e gran parte della cittadinanza ha iniziato a criticare il progetto di costruzione di nuove abitazioni in un’area alluvionata. Lo stesso presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha espressamente chiesto di non costruire in zone alluvionate. Una conclusione alla quale è arrivata anche l’amministrazione manfreda, fino allo scorso anno sempre favorevole invece all’urbanizzazione.
“È chiaro quindi che l’atteggiamento sia mutato, come affermato dallo stesso assessore Ortolani e dal sindaco Della Godenza in Consiglio dell’Unione, seguendo un principio di precauzione” fa notare Faenza Cresce.
“È per questo cambio di rotta dell’Amministrazione che la nostra lista ha cercato di comprendere sulla base di quali evidenze scientifiche tale lotto sarebbe stato maggiormente a rischio rispetto a quelli adiacenti già urbanizzati, tuttavia non abbiamo ottenuto risposta: ad oggi è presente solo una bozza di un Piano Speciale, che sarà pronto a giugno (oltre un anno dopo l’evento), in cui non sono evidenziate le zone di rischio.
Crediamo quindi che la protezione idraulica di una città non si faccia impedendo di costruire in una zona già edificata e che quindi il semplice diniego sia una risposta insufficiente e scorretta, perché non mette in sicurezza la città, ma dice solo un NO”.
Per Faenza Cresce: “È necessario discutere di grandi opere per la valle del Lamone e del Marzeno, con opere di messa in sicurezza a monte (casse di espansione, argini, pulizia del fiumi, tenuta del canali di scolo e dei terreno collinari e montani), perchè solo attraverso queste opere si potrà dare reale risposta alla città, anche nelle zone già abitate e tragicamente colpite dagli eventi alluvionali del maggio scorso.
Inoltre, non possiamo non essere preoccupati della delocalizzazione di oltre 3.400 abitazioni e aziende, già preannunciate nel Piano, solo per le frane, oltre alle quali dovranno esserne aggiunte altre per la vicinanza ai fiumi.
Ci auguriamo pertanto che questa delocalizzazione non riguarderà abitazioni e aziende all’interno di Faenza, città che dovrà essere messa in sicurezza con opere strategiche a monte e non attraverso lo spostamento di “pezzi”, seguendo principi di precauzionali vaghi, che mutano opportunità in NO e bloccano lo sviluppo di una città già in ginocchio che non desidera altro che rialzarsi.
Desideriamo, infine, smontare alcune costruzioni fantasiose uscite in questi giorni sui giornali: la nostra lista è e continua ad essere costruttivamente parte della maggioranza e della Giunta di questa città, alla quale rinnova la fiducia in tutti i suoi componenti, pur mantenendo le sue idee sullo sviluppo verso un futuro più attrattivo per studenti, famiglie e aziende”.