Per difendere il mare occorre valorizzare il ruolo dei pescatori come sentinelle, riconoscendo la loro importanza di custodi e pulitori dei fondali. E’ quanto afferma la Coldiretti Impresapesca in occasione della Giornata nazionale del mare che si celebra l’11 aprile. Come gli agricoltori per la terra, anche i pescatori sono i primi ambientalisti – sottolinea Coldiretti –, sono loro a “leggere” quotidianamente lo stato di salute del mare e a preservarne l’ecosistema, poiché è da questo equilibrio che dipende la loro attività, potendo peraltro contare su un “esercito” di 12000 imbarcazioni e 28000 lavoratori.
Un ruolo di tutela dell’habitat marino che è stato inserito nella cosiddetta legge “Salva mare” – rileva Coldiretti – sulla quale è ora importante accelerare sui decreti attuativi per dare piena applicazione alla norma, a partire dalla diffusione di isole ecologiche in tutti i porti italiani. I pescatori italiani possono infatti contribuire a tenere puliti i mari riportando a terra la spazzatura recuperata durante l’attività. Una possibilità che prima della “Salva mare” era di fatto di difficile applicazione, vista la poca chiarezza delle norme, con le imbarcazioni costrette, in molti casi, a rigettare in acqua i rifiuti trovati per non incorrere in gravi sanzioni.
Una volta svuotate le reti, i pescatori – spiega Coldiretti – possono così dividere il pescato dal materiale plastico eventualmente trovato che viene prima stoccato a bordo e poi consegnato nei porti al loro ritorno. Negli ultimi tempi sono nati in questa ottica anche diversi progetti con il coinvolgimento di associazioni.
Un impegno per le marinerie nazionali – conclude Coldiretti – che va riconosciuto e tutelato, anche rispetto alle difficoltà che la flotta sta vivendo a causa dell’aumento dei costi che rende sempre più oneroso uscire ogni giorno in mare.