“Il Gruppo Hera ha comunicato che i suoi profitti sono cresciuti nel 2023 rispetto a quelli già ottimi del 2022. In particolare il margine operativo lordo si attesta a 1,4 miliardi di euro (+15,4%), mentre l’utile netto di pertinenza degli azionisti sale a 375,2 milioni di euro (+16,5%). Questa è una buona notizia? Sicuramente lo è per gli azionisti, che vedono un aumento del loro dividendo: 14 centesimi per azione (+12%).
Tra gli azionisti ce ne sono alcuni di particolari. Si tratta di quegli enti pubblici che contribuirono alla nascita di Hera immolando tutto quanto c’era di pubblico servizio. Ci è capitato di sentire il vanto in proposito dell’ex sindaco ed ex senatore Mercatali che ha rivendicato come successo proprio e della sua parte (è dello stesso partito di de Pascale per chi non se ne ricordasse) la nascita della multiutility. In effetti si tratta di uno dei migliori esempi di politica liberista: si è fatta fuori la gestione pubblica a favore della completa privatizzazione di utenze e servizi con successiva messa sul mercato delle azioni. Un risultato degno del miglior thatcherismo. Talmente “buono” che i comuni grazie a questa operazione hanno perso il controllo su quello che un tempo era tutto pubblico. Ora sono minoranza e non decidono più niente. Al più possono influire sull’ingresso di qualche esponente di partito nelle remunerate stanze dei bottoni. Che è poi quello che effettivamente il PD incassa…
Certo ci sono sempre i dividendi su cui gli enti pubblici possono contare. Dividendi che nascono dai ricchi utili macinati vendendo… Vendendo cosa? Parliamo di gas ed energia elettrica venduti a prezzi molto alti ed altri servizi, tipo rifiuti, operati in regime di monopolio. A chi? I clienti di Hera sono le cittadine e i cittadini degli enti locali azionisti che, perciò, pagano talmente salato i servigi della multiutility da riuscire a foraggiare anche gli azionisti privati. Che sono la maggioranza e che, quindi, non hanno alcun interesse a calmierare i prezzi o a migliorare i servizi. Il rischio imprenditoriale è talmente inesistente che Hera già oggi è in grado di prevedere l’entità dei dividendi da corrispondere sino al 2027 (per la cronaca, arriveranno a 16 centesimi per azione).
Più o meno un anno fa il sindaco de Pascale ha addirittura premiato il Presidente di Hera, proprio per il concorso dato a creare quella fregatura (per la cittadinanza). Scrivevamo allora: “Ravenna in Comune sostiene che il Sindaco meglio avrebbe fatto a risparmarsi e a risparmiarci la scenetta del premio attribuito a Tomaso Tommasi di Vignano. Ha avuto sicuramente ragione quando ha detto che quelli del presidente uscente «Sono stati 20 anni che hanno segnato profondamente la storia di Hera, della nostra regione, ma anche della nostra città», ma quello che ha omesso è che il segno è stato profondamente negativo”. Ovviamente il segno negativo non riguarda gli utili di Hera…”