Semplificare le pratiche edilizie, facilitare il lavoro dei periti, permettere una rimodulazione dei contributi in modo da poter anticipare risarcimenti ai cittadini che ne abbiano bisogno. Per far decollare la ricostruzione della parte privata del post alluvione bisogna cambiare le “ordinanze Figliuolo”: la Regione, in accordo con le parti sociali che hanno sottoscritto il Patto per il Lavoro e per il Clima, ha avanzato le proprie proposte al Commissario alla ricostruzione ed è in attesa di avere una risposta entro venerdì prossimo. A un anno di distanza dall’alluvione che nel 2023 ha duramente colpito l’Emilia-Romagna, la giunta regionale ha fatto un bilancio della ricostruzione nel corso di un dibattito in Assemblea legislativa: “Abbiamo chiesto altri cambiamenti per semplificare la presentazione delle domande per la ricostruzione”, spiega la vicepresidente e assessore all’Ambiente Irene Priolo che chiede più attenzione per le aziende agricole e certezze sul credito di imposta. Priolo ha anche fatto il punto su alcuni degli interventi: 3.669 interventi sulle strade pari a 893 milioni di euro, 298 interventi pari a 267 milioni di euro sui Consorzi di bonifica, altri 218 cantieri per 234 milioni di euro di fonte regionale. “Ci sono tanti altri interventi che dovranno essere effettuati nei piani speciali e che dovranno essere finanziati: è auspicabile che il prossimo decreto del governo permetta di rimodulare l’uso delle risorse che il commissario Figliuolo ha già”, sottolinea la vicepresidente Priolo, che ricorda come, se il governo farà un decreto in questo senso, altri interventi, soprattutto legati a ponti, frane e nodi idraulici, potranno essere finanziati con il Pnrr, liberando così già fondi nella disponibilità del Commissario alla ricostruzione, che potranno essere destinati ai risarcimenti per i cittadini.
Numerose le reazioni alla relazione della vicepresidente Priolo.
Marco Mastacchi (Rete civica) sottolinea che “oltre alla rete ferroviaria servono interventi anche per la rete telefonica, che ha smesso di funzionare. I residenti, però, devono continuare a pagare le bollette. Danni ad agricoltura, articolo per la ricostruzione privata. Bene la semplificazione che rivede i costi delle spese tecniche, spesso importanti. Molte famiglie non possono usare il credito di imposta, quindi sono positive la agevolazioni. I beni mobili sono il grande problema, ancora senza copertura. Con una mia risoluzione chiedo di utilizzare i fondi residui delle donazioni, fatte apposta dai cittadini per aiutare gli alluvionati. Il credito di imposta, poi, ha delle limitazioni, soprattutto per le famiglie con redditi bassi”.
Per Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) “occorre concentrarsi su ciò che manca. Certo, non possiamo ricostruire tutto come prima, ma ho apprezzato il presidente Bonaccini quando dice che non si può più cementificare nelle aree allegate. Ci sono progetti di edificazione impattanti su quelle terre. Cementificare significa amplificare gli effetti di un’alluvione. Occorre darsi delle regole: su quali aree intervenire, quali progetti considerare, in quali tempi. Mi aspetto una modifica della pessima legge 24 (governo del territorio, ndr). A un anno dagli eventi del maggio 2023, non rilevo fatti concreti. Quali sono le intenzioni della giunta? Quei territori, i sindaci, aspettano risposte”.
Secondo Massimiliano Pompignoli (Lega) “è positivo il confronto avviato dalla giunta con la struttura commissariale. Ma ho l’obbligo di dire che c’è un errore nella comunicazione. Nei comunicati della Regione e del Pd noto un’insofferenza verso il governo che non ha indennizzato, è in ritardo o sta facendo male. Invece, si esaltano i milioni di euro stanziati dalla giunta, dimenticando che non sono risorse della Regione. Si esaltano un modello, una programmazione, i metodi innovativi per la protezione degli argini dei fiumi. Ma diciamo che non c’è una programmazione, che i soldi non sono della Regione, che il modello del terremoto 2012 non è perfetto. E’ vero che non sono arrivati i soldi per ristorare gli alluvionati, e su questo puntate il dito contro il governo, ma anche nel post terremoto 2012 la Regione aveva detto la stessa cosa: che non era possibile indennizzare tutti. Affrontiamo insieme il tema della sicurezza per tranquillizzare i cittadini”.
Marta Evangelisti (Fdi) ha ricordato “i tanti incontri sul territorio e anche quelli accorati e da campagna elettorale del presidente Bonaccini. Sono stati stanziati dal governo 1,8 miliardi per il sistema produttivo e i livelli occupazionali e con il decreto 88, vengono destinati 2,5 miliardi per la ricostruzione pubblica. Gli Enti locali hanno ricevuto dal governo 1,4 miliardi per lavori di somma urgenza, emergenza idraulica e altro. Alle famiglie sono andati 100 milioni e garantite 70mila giornate di cassa integrazione. Ai 4,5 miliardi, si aggiungeranno 700 milioni per il credito di imposta, soldi previsti dalla manovra. Annuncio che 1,2 miliardi del Pnrr sono risorse aggiunte e non comprese in quella somma. Alla fine, il totale degli stanziamenti del governo è di 6,5 miliardi di euro. Bisogna però che il presidente Bonaccini ci dica cosa farà in futuro per la guida della Regione (ovvero se si candida o meno alle elezioni europee)”.
“Se a dieci mesi dall’alluvione del 2023 il centrodestra non fa altro che parlare del terremoto del 2012, la situazione si commenta da se”, spiega Manuela Rontini (Pd) che sottolinea come “le parti sociali hanno chiesto cose ben precise e la Regione è al loro fianco. Così come quando il centrodestra dice che la Regione è pregiudizialmente ostile al governo dice cose sbagliate: per averne conferma basta leggere una lettera del comitato dei cittadini del faentino dove i firmatari ricordano come ‘A dieci mesi dall’alluvione nelle tasche dei cittadini non è arrivato nemmeno un euro”. “Caro ministro Musumeci siamo il bancomat del governo a cui arriveranno le nostre tasse”, si legge nella missiva dei cittadini che fa il verso alle dichiarazioni rilasciate dal ministro Musumeci nei giorni successivi all’alluvione: “Il governo non è un bancomat”, disse.
“A oggi i cittadini non hanno ricevuto i rimborsi di cui hanno diritto”, spiega Silvia Zamboni (Europa Verde) che rilancia la necessità di una moratoria sulle costruzioni nelle aree alluvionate e sottolinea come “bisogna far valere i principi di precauzione sul tema edilizio e urbanistico: c’è un lavoro tecnico e giuridico per mettere al sicuro queste intenzioni già espresse anche dal presidente Bonaccini, siamo certi che alle parole del presidente Bonaccini seguiranno gli atti dovuti”.
“L’obiettivo comune è quello di arrivare a un pieno indennizzo per tutti coloro che hanno subito danni”, spiega Daniele Marchetti (Lega) che ricorda come “per raggiungere questo obiettivo è in corso un confronto tra la Regione e la struttura commissariale per la ricostruzione che non ha detto di no. Nessuno, quindi, ha il diritto di dare giudizi troppo duri. E’ giunto il momento di mettere da parte l’atteggiamento e la casacca da primi della classe e lavorare per il territorio”.
“La Regione ha dato una risposta politica al bisogno primario dei cittadini alluvionati: appartengo alla generazione di chi ha visto nascere la Lega Nord e la sua istanza di federalismo amministrativo e ancora oggi esiste all’interno di quel partito politico la distinzione tra Emilia e Romagna. Peccato che il governo Meloni, appoggiato dalla Lega, porti avanti posizioni centraliste che si ripercuotono anche sul post alluvione. Dove sono le risorse che il governo aveva promesso per il rimborso al 100% dei danni subiti dagli alluvionati? E’ evidente che c’è un cortocircuito”, spiega Stefano Caliandro (Pd).
Alle osservazioni dei consiglieri ha replicato il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Conosco bene questa Regione e i cittadini che incontro mi dicono che non hanno ancora ricevuto nulla”. Il presidente sottolinea anche come le risorse realmente arrivate siano molto inferiori rispetto a quelle promesse dal governo. “Vorrei che da quest’aula arrivasse un messaggio chiaro al governo per risolvere i problemi per l’assunzione del personale necessario per la ricostruzione, così come servono i decreti attuativi per la ricostruzione e manca ancora l’ordinanza per il terzo settore”, sottolinea Bonaccini, per il quale “a me non interessa nulla se ha ragione la Regione o ce l’ha il governo: a me interessa che i cittadini abbiamo ciò di cui hanno bisogno e hanno diritto. In queste settimane bisogna che tutti ci prendiamo le responsabilità perché, facendo ognuno la propria parte, si risolvano i problemi dei cittadini”.