Al via i debutti della non scuola al Teatro Rasi

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Anche quest’anno la non-scuola, quell’asinina esperienza di laboratorio teatrale che le Albe tengono viva da oltre trent’anni con gli adolescenti – nel segno del cortocircuito tra arte e vita che la compagnia accende ogni giorno – è stata proposta in diversi istituti della provincia di Ravenna coinvolgendo centinaia di ragazzi e ragazze.

In provincia di Ravenna i laboratori si sono svolti in diversi istituti scolastici e nella sede della Circoscrizione di Castiglione di Ravenna. Gli incontri hanno coinvolto gli studenti e le studentesse dell’Università di Bologna – sede di Ravenna in collaborazione con Fondazione Flaminia. Quest’anno, la non-scuola è inoltre tornata all’istituto Ginanni, dove non era più stata dai tempi della pandemia, e alla Guido Novello.

I debutti sono previsti al Teatro Rasi da venerdì 15 marzo a martedì 30 aprile. Tutti gli spettacoli inizieranno alle 21:00 ad eccezione della data del 27 aprile, che sarà alle 17:30.

“La non-scuola delle Albe si riconferma, dopo più di 30 anni, una pratica necessaria di coltura teatrale che, nell’incontro con gli adolescenti, alimenta una caparbia, asinina, eretica semina di felicità – osserva Laura Redaelli, coordinatrice. Nell’attraversare diversi luoghi e spazi, la non-scuola ha spesso incontrato non tanto collaboratori, ma veri e propri complici, una comunità allargata che, pur nelle differenze di percorsi e poetiche artistiche, si trova oggi a condividere in uno stesso cerchio ideale la riflessione e il fare teatro con i ragazzi. Accanto alle guide storiche della non-scuola, che alimentano e tengono vivo e fecondo anche il legame con chi pratica il teatro nella nostra città, ogni anno abbiamo anche nuove guide, nel segno di una bottega che continua e si vivifica ciclicamente”.

“La non-scuola continua a rappresentare un tratto distintivo della pratica delle Albe sottolinea l’assessore alla Scuola del Comune di Ravenna, Fabio Sbaraglia – che alimenta e dona nuova linfa all’intero sistema teatrale, avvicinando giovani studenti e studentesse che ampliano così le proprie relazioni e conoscenze. Oltre trent’anni di attività che simboleggiano un patrimonio prezioso per l’intera città di Ravenna, che si rinsalda nel suo essere luogo di ricerca, pratica e sperimentazione”.
Quest’anno il racconto fotografico della non-scuola è assegnato alla fotografa ravennate Alessandra Dragoni e alcune immagini verranno proiettate durante le serate di apertura. “Tra le diverse strade che si possono intraprendere in un’esperienza come questa, ho scelto di fotografare il percorso, più che il risultato finale. Mi è interessato osservare i ragazzi, la loro concentrazione, l’interazione, la capacità di mettersi in gioco e interagire. La fotografia – conclude Dragoni – in silenzio, documenta l’opera in divenire”.