Per un giorno e mezzo, sotto gli occhi sbarrati di 51 migranti, ogni quattro ore i volontari della Sea Watch 5 hanno coperto di ghiaccio la body bag bianca con dentro il corpo di un ragazzo di 17 anni morto asfissiato nella stiva di un barcone partito da Zabratha, in Libia, e rimasto per due ore nella vana attesa di una evacuazione sanitaria d’urgenza a bordo della nave umanitaria tedesca. Con il solito indecente rimpallo di responsabilità tra Italia, Malta e Tunisia, con Roma che dice che un elicottero impiegherebbe troppo tempo, La Valletta che non risponde, Tunisi che rifiuta la competenza. E la nave che, a tutto gas, si dirige verso nord, nel disperato tentativo di salvare quel ragazzo spirato due ore dopo tra le braccia dei volontari.

Ci sono volute altre 24 ore ma è servito a qualcosa. Dopo una giornata di indignazione generale e di annunciate interrogazioni parlamentari al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ieri sera il dietrofront da Roma, la nave ha avuto l’ok a sbarcare il ragazzo morto ed anche i 51 superstiti nel porto siciliano di Pozzallo.

 

fonte Adkrons