Eliminare tutti i vincoli al numero massimo di capi prelevabili nella caccia al cinghiale e di altre specie, prima fissati a 5, effettuare azioni in braccata con un numero minore di partecipanti e di cani, ridurre da 40 a 30 il numero di cacciatori da iscrivere a ogni squadra di braccata, adeguare le armi al mutato contesto e regole internazionali.
Sono le principali modifiche proposte al Regolamento per la gestione degli ungulati sul territorio regionale illustrate in commissione Politiche economiche, presieduta da Manuela Rontini dove è stato avviato il confronto prima del passaggio in giunta.
“Il vecchio Regolamento -ha ricordato l’assessore all’Agricoltura e Attività venatorie Alessio Mammi- risale al 2008 e necessitava di un aggiornamento che tenesse conto di un contesto faunistico-venatorio e ambientale mutato. Dobbiamo anche efficientare l’attività venatoria degli ungulati che tenga conto della diffusione della peste suina africana. L’obiettivo è inoltre quello di garantire equilibrio tra ungulati e attività antropiche”.
Massimo Bulbi (Partito democratico) ha commentato: “La modifica del Regolamento permetterà di superare errate interpretazioni che in alcuni territori, tra cui Forlì-Cesena, stanno causando dei problemi”.
Massimiliano Pompignoli (Lega) ha evidenziato che “il Regolamento doveva essere modificato molto prima e servirebbe un maggiore confronto per poter avanzare proposte e correzioni”.
Emiliano Occhi (Lega) ha sottolineato: “La necessità di migliorare i piani di controllo degli ungulati, in particolare del cinghiale. Terremo monitorati i dati degli abbattimenti che andranno portati a termine entro l’estate”
Per Marco Mastacchi (Rete Civica): “Merita un approfondimento specifico la gestione della carne derivante dalla caccia”.
Stefano Bargi (Lega) ha aggiunto: “Che servirebbe semplificare l’accesso ai corsi per aumentare il numero di cacciatori sempre più in diminuzione”.
Per Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia): “E’ auspicabile che all’opera di analisi e proposta ci sia un recepimento, da esprimere anche attraverso una seduta dedicata in commissione”.
Sul trattamento delle carni è stato precisato che verrà tolto dal Regolamento perché specifiche linee guida per la gestione della selvaggina verranno affrontate con l’assessorato alla Sanità, in ottemperanza alle norme comunitarie.