Presente nel nuovo soggetto giuridico che è stato presentato lunedì 19 febbraio alle 16 a Roma presso la Sala Conferenze del Ministero dell’Interno, al Viminale, una folta delegazione di Insigniti del comitato provinciale di Ravenna.
La cerimonia, con gli oltre 200 intervenuti, è stata preceduta dalla solenne deposizione di una corona di alloro presso l’Altare della Patria da parte del presidente della Fondazione. A portare la Corona, insieme ad altro fondatore, il Cav .Pasquale Iacovella del comitato Provinciale di Ravenna.
A rappresentare la delegazione Bizantina della Fondazione vi erano altresì, il Commendatore Ferdinando Turicchia, il Cav. Caterina Durante, il Cav. Fabio Marzufero, il Cav. Ivan Piraccini, il Cav. Domenico Ravaioli ed il Cav. Daniele Rotatori. Alta risonanza del successo di lunedì è stata data altresì dalle maggiori emittenti televisive nazionali e di stampa, tra cui i telegiornali dell’emittente Mediaset Canale 5 (TG5) e RAINEWS 24. Si tratta della Fondazione tra gli Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, costituita, si spiega in una nota, per gli sviluppi dei valori costituzionali, in grado di esercitare un ruolo da protagonista nell’azione di salvaguardia dei principi che hanno costruito l’Italia.
Grazie al contributo di 170 fondatori decorati del massimo istituto cavalleresco nazionale e pronto ad accogliere quanti, fra i decorati della Repubblica, «vogliano continuare ad operare al servizio del Paese e per il benessere delle future generazioni». L’organismo territoriale di Ravenna della Fondazione insigniti OMRI avrà a giorni la propria governance e sarà pronta ad essere “specchio” dell’organismo nazionale nei vari progetti statutari dello stesso. Fra i fondatori del nuovo ente giuridico riconosciuto, si annoverano oltre ottanta prefetti e questori in servizio e a riposo, magistrati, rettori e docenti universitari, dirigenti ed ex dirigenti degli Organi costituzionali e della Pubblica amministrazione, liberi professionisti, alti gradi delle Forze Armate, esponenti di spicco del mondo dello sport, del volontariato e del terzo settore; tutti accomunati dalla volontà di tradurre il riconoscimento onorifico, loro conferito dalla Repubblica in un impegno qualificato in favore della collettività nazionale.
“Molti insigniti, quando è arrivata la prima notizia della costituzione della Fondazione hanno manifestato entusiasmo, una richiesta di aderire a questo nuovo ente giuridico che mi ha fatto riflettere. Noi siamo ricchi di risorse e di valori. Quelli che hanno servito il Paese hanno i valori attaccati sotto la pelle che si manifestano e si presentano alla minima sollecitazione. È stato sufficiente fare vedere una scritta “al servizio del Paese” per dire io ci sono”. Così il presidente della Fondazione Insigniti OMRI, il prefetto Francesco Tagliente, nel corso del suo intervento introduttivo alla cerimonia di presentazione della Fondazione tra gli Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, al Viminale, costituita con il contributo di 170 decorati del massimo istituto cavalleresco nazionale.
“Quell’energia è sprigionata da un semplice messaggio – prosegue Tagliente – Vuol dire che i messaggi positivi servono. Perché noi abbiamo tante persone che hanno un patrimonio culturale e delle risorse e che vogliono continuare, se è possibile, a servire il Paese in qualche modo. Ognuno dà il suo. È una fondazione di partecipazione di culture”.
“La nascita della Fondazione – ha detto il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi nel suo intervento di chiusura della cerimonia di presentazione – frutto dell’intelligenza di chi l’ha proposta, è particolarmente apprezzabile, quindi l’abbiamo condivisa e ne faremo professione di sollecitazione e di collaborazione, proprio perché diretta a unire personalità diverse ma accomunate dal riconoscimento della più prestigiosa onorificenza a livello nazionale. Sono persone che si sono rese disponibili a offrire il proprio qualificato contributo a servizio della società anche attraverso la testimonianza”.
“Credo che la Fondazione – ha proseguito il Ministro Piantedosi – potrà rappresenta un luogo di confronto, riflessione e approfondimento sulle tematiche più attuali e anche sulle sfide di fronte alle quali la società ci pone fungendo da possibili fattore di stimolo per opera delle istituzioni – prosegue Piantedosi rivolgendosi agli insigniti -quindi un serbatoio di idee che favorisca il dialogo tra le professionalità, tra le competenze di cui siete portatori e che possa dare avvio a progetti di rilevante impatto sia da un punto di vista sociale che culturale”.
Il ministro ha trovato “particolarmente apprezzabile che alcune di queste attività siano in cantiere”. Tra queste, “quelle contro il disagio giovanile, le iniziative a favore della sostenibilità ambientale”.
“Ritengo molto importante – ha aggiunto – l’impegno che la Fondazione mette in campo nella valorizzazione e nella promozione della conoscenza dei simboli e degli emblemi della nostra nazione”.
Attraverso i simboli “si diffonde quello straordinario patrimonio di valori, il patrimonio storico, culturale e identitario che caratterizza e deve caratterizzare il nostro Paese e alimenta al tempo stesso il senso di unità e lo spirito di appartenenza dei cittadini a un’unica comunità”.
“Questo sentimento identitario forte è radicato in tutte le parti del Paese che percepisco in ogni impegno istituzionale che svolgo sul territorio”, ha concluso Piantedosi.
“Dove sono e dove si collocano i diritti umani? Nelle piccole cose. Questo trova unito il pensiero liberaldemocratico, riformista e i manifesti della sinistra, anche la più antagonista. Questo è straordinario: che la politica tutta si riconosca nel fatto che i diritti umani siano nelle piccole cose” ha esordito nel suo intervento il vice direttore generale vicario della Pubblica sicurezza, Vittorio Rizzi.
E rivolgendosi agli insigniti: “qual è la strada da seguire? Sicuramente costruire progetti. Ma in che direzione devono andare? Nella costruzione di una cultura del rispetto, del lavoro, della promozione dei diritti umani seguendo il dettato della nostra carta costituzionale, delle nostre coscienze, della nostra fede, storia e amore per la nostra patria. Questo è l’impegno che ci chiede la Fondazione. Noi siamo tutti insigniti ed è un privilegio essere stati insigniti dalla Repubblica”.
Oggi con la benemerenza “come quella che ci è stata riconosciuta, la più giovane perché è figlia di uno stato repubblicano, dobbiamo dare il nostro impegno nella costruzione dei valori. La strada ci è stata indicata: dobbiamo farlo attraverso gesti semplici, perché i valori sono nelle piccole cose”, ha concluso Rizzi. Presenti altresi alla cerimonia vi erano nell’ordine: il Sottosegretario di Stato Wanda Ferro, il Consigliere Paolo Peluffo, già portavoce del Presidente Carlo Azeglio Ciampi e artefice della rivitalizzazione del sistema onorifico repubblicano, il Vicedirettore generale vicario della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Rizzi, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Pietro Serino e il Comandante Forze Operativa terrestri, Salvatore Camporeale, il Presidente Aggiunto della Corte dei conti e delegati di altri vertici delle Forze armate e Forze di Polizia, fino al Presidente e non per ultimo il divulgatore storico Michele d’Andrea e l’Ing. Paolo Ghezzi.