Il tema della ricostruzione post alluvione è tornato alla ribalta nazionale, anche grazie alla lettera che il Sindaco d Ravenna, Michele de Pascale, ha scritto al conduttore del Festival di Sanremo Amadeus, ravvenate di nascita, che nella serata dedicata ai 70 anni di “Romagna Mia” ha lanciato un sentito appello a non lasciare sola la Romagna colpita dall’alluvione. Un messaggio forte ed importante per non spegnere i riflettori sul tema.
Dai nostri dati però resta ancora un miraggio lontanissimo il “100% ristori dei danni” alle imprese pronunciato dalla Premier Meloni all’indomani dell’alluvione e poi scritto nelle ordinanze del Commissario.
Su un campione di 280 imprese aderenti a CNA della Provincia di Ravenna e colpite dall’alluvione, infatti, solo 4, ovvero l’1,4% di queste, hanno ricevuto risorse dal Governo. Un numero davvero piccolo che corrisponde alle imprese esportatrici che hanno potuto usufruire di pratiche rapide e semplici, grazie all’assistenza degli uffici CNA Ravenna, e hanno già ricevuto nei propri conti correnti 6 milioni e 133 mila euro. Per le aziende esportatrici, infatti, oltre a ristorare i danni subiti ai beni, era possibile richiedere contributi anche per il mancato fatturato, possibilità negata alle altre imprese.
“Per tutte le altre imprese, ancora nessuna risorsa dal Governo – dichiara Matteo Leoni, Presidente della CNA Territoriale di Ravenna – se non quelle stanziate dal territorio e tramite la solidarietà: 179 imprese del campione CNA hanno ricevuto 179.000 euro dal Bando della Camera di Commercio di Ravenna-Ferrara, 280 imprese hanno ricevuto donazioni per 332.612 euro dalla raccolta fondi CNA, 25 imprese prettamente artigiane, 100.000 euro dal nostro ente bilaterale EBER. Sono cifre importanti che da sole non bastano per coprire gli oltre 35 milioni di danni delle aziende del campione analizzato”.
“Le imprese stanno cercando di destreggiarsi tra le complicate domande da fare – afferma Massimo Mazzavillani, Direttore generale della CNA Territoriale di Ravenna – tra dubbi interpretativi dell’ordinanza, casi frequenti non ben disciplinati e difficoltà a trovare o effettuare delle perizie, con la spada di Damocle di poter integrare la pratica una sola volta. Al momento, infatti, si contano sulle dita di una mano, sul nostro campione, le aziende che hanno presentato la pratica, pur riscontrando una grande disponibilità da parte della Struttura Commissariale a fornire i chiarimenti di loro competenza. Servirebbe però un input forte del Governo sulla volontà di semplificazione e la revisione di alcuni meccanismi di rimborso, come l’obbligo di sottoscrivere un finanziamento e scalare poi le rate con un credito d’imposta.
“Le imprese sono ripartire da sole – dichiarano il Presidente Matteo Leoni e il Direttore Massimo Mazzavillani – con l’aiuto e la solidarietà del territorio, della comunità e la tenacia romagnola; non mancano le cessazioni, per ora certo limitate, ma se il Governo non darà un chiaro input di semplificazione e di disponibilità reale ed immediata di risorse si rischia davvero che aumentino drammaticamente. Chiediamo – concludono gli esponenti CNA – di smetterla con il rimpallo di responsabilità tra Roma e gli enti locali e di accelerare sui piani di messa in sicurezza strutturale a cura del Commissario. Riteniamo inoltre un pessimo segnale l’obbligo di copertura assicurativa solo a carico delle imprese per le catastrofi naturali, introdotto dalla legge di stabilità”.