“A seguito dell’esposizione della bandiera di Israele a Palazzo Merlato dopo gli eventi del 7 Ottobre 2023, un Comunicato a firma “Casa delle Donne di Ravenna” si scagliava contro detta scelta ingerendosi ineffabilmente contro una libera decisione degli organi politici legittimamente eletti di questa città;
Considerato che:
Risulta all’interrogante che la cosiddetta Casa delle Donne di Ravenna sia incredibilmente finanziata direttamente e indirettamente dal Comune di Ravenna attraverso la cessione a titolo gratuito di un immobile comunale in via Maggiore e il pagamento delle utenze, immobile usato di fatto per fare propaganda politica, in special modo negli ultimi tempi contro lo stato di Israele;
Evidenziato che:
Risulta allo scrivente che l’Associazione Linea Rosa faccia parte della cosiddetta Casa delle Donne, tanto che nel sito dell’associazione “Liberedonne” figura fra le “Associazioni amiche”
Reso noto che:
Linea Rosa gode in città di ben altra considerazione rispetto all’essere una mera associazione politicizzata e sono note le azioni anche quotidiane di aiuto concreto a donne e famiglie in difficoltà, a differenza della propaganda faziosa e controproducente che caratterizza la cosiddetta “Casa delle Donne”
Ricordato che:
L’odierno interrogante nella sua qualità di consigliere comunale di questo comune è stato destinatario di una incredibile diffida a ritirare un comunicato stampa politico che replicava ad un comunicato stampa altrettanto politico della stessa cosiddetta casa delle donne, ma non risulta che nessun esponente della maggioranza che governa la città abbia espresso solidarietà per l’incredibile atto fascista di voler zittire un consigliere comunale di opposizione da parte di un’associazione finanziata dal Comune;
Reso noto:
Che benchè richiesta per le vie brevi di prendere pubbliche distanze dal comunicato della cosiddetta “casa delle Donne di Ravenna” la presidente Alessandra Bagnara di Linea Rosa non dava alcun cenno di risposta all’odierno interrogante, ma nel corso della seduta della Commissione “Politiche e cultura di genere” del Comune di Ravenna svoltasi in data 26 Gennaio u.s. sosteneva davanti a tutti i commissari presenti di avere comunicato “a chi di dovere” la sua presa di distanza dalla cosiddetta “Casa delle Donne”
si chiede al Sindaco ed alla Giunta:
- Se siano pervenute al Comune lettere formali da parte dell’Associazione Linea Rosa nelle quali ci sia una netta presa di distanza dalle follie censorie e liberticide della cosiddetta casa delle donne di Ravenna e una volontà di cessazione dei rapporti con la stessa;
- Quali siano ad oggi le associazioni che risultino avere sede o rapporti con l’Associazione Liberedonne formale titolare del rapporto di comodato gratuito dell’immobile e delle utenze di via Maggiore che non possono sfuggire al Comune di Ravenna e quali siano i reali rapporti di riflesso economico patrimoniale fra il Comune e le stesse associazioni;
- Quale sia l’opinione della giunta sull’attività di una associazione finanziata dal comune che intende censurare un consigliere comunale che si esprime nell’esercizio delle sue funzioni”