“Claudio Miccoli, dirigente della Regione Emilia-Romagna presso l’Agenzia regionale Sicurezza del territorio e Protezione Civile fino al 2021, quando è andato in pensione, ha reso pubblico, recentemente, il proprio seguente scritto, in cui attesta come l’allagamento dei terreni della Cab Terra, in occasione dell’alluvione avvenuta nel maggio scorso sul territorio ravennate, sia stato inefficace ad evitare che fosse allagata anche la città di Ravenna.
“Come appare nella rendicontazione dei fatti e dei comportamenti tenuti durante l’alluvione e riguardanti più da vicino la città di Ravenna, ha assunto un ruolo ‘eroico’ la Cab Terra che è proprietaria dei terreni a destinazione agricola che sono compresi tra la Ss 309 Romea, la parte sud della Pineta di San Vitale e l’argine sinistro del canale consorziale Canala, confluente nell’omonimo impianto di sollevamento meccanico.
In una recente intervista il direttore tecnico del Consorzio di Bonifica della Romagna, ingegner Andrea Cicchetti, ha dichiarato che in occasione dell’emergenza l’impianto sollevava <?xml:namespace prefix = “st1” ns = “urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags” />18 metri cubi al secondo e in aggiunta gli impianti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero hanno fornito un contributo aggiuntivo di circa ulteriori 8 metri cubi al secondo per un complessivo di 26 metri cubi al secondo. La Cab Terra si è offerta di allagare i suoi limitrofi terreni per favorire lo smaltimento dell’alluvione che ha interessato tutti i terreni (compresi abitati e aree artigianali-commerciali-industriali) posti a ovest e nord dell’abitato di Ravenna.
Quando è stato realizzato il taglio dell’argine sinistro e posti in opera le tubazioni che dovevano fare defluire le acque della canala nei terreni della Cab io ero sul posto e ho notato che il piano di posa dei tubi era stato tenuto troppo alto per dare il massimo effetto, anche in termini di durata, alla operazione. A occhio, visto che non era stato messo alcun misuratore di portata, io ho valutato in uscita verso i terreni un volume unitario che non superava un metro cubo al secondo, cioè 1/26 del volume sollevato e smaltito da idrovora e pompe volanti (cioè non oltre il 4% per il solo primo giorno). Appare evidente che già in partenza l’operazione era da ritenersi “nulla” per gli effetti di salvaguardia della città di Ravenna e “sostanzialmente inefficace” per il contributo dato alla massa d’acqua accumulatasi a monte e che aveva allagato la frazione di Fornace Zarattini e tutte le abitazioni della borgata a nord di Ravenna, ma ancora peggio se si considera che 24/48 ore dopo quando il livello idraulico ha iniziato a scendere l’efficienza del by pass della Cab era praticamente nullo. La conclamata storia per cui l’allagamento dei terreni della Cab Terra ha salvato la città di Ravenna è pertanto da ritenersi destituita di fondamento. Claudio Miccoli”.
Il 22 maggio 2023, LA REPUBLICA NEWS, pubblicando l’articolo: “Sacrificare i campi per salvare Ravenna, la scelta più difficile. Li riavremo tra anni”, ha scritto letteralmente, tra l’altro, quanto segue.
RAVENNA – […] Lino Bacchilega è il direttore della Cab Ter.Ra. […]: “Il questore Castrese De Rosa ci ha chiesto il permesso di tagliare l’argine e di allagare i terreni dei nostri 70 soci per alleggerire la pressione dell’acqua e tentare di salvare il salvabile. Ci siamo guardati negli occhi, ma sapevamo già che un rifiuto sarebbe stato una vergogna imperdonabile”. Gli abitanti della città ora definiscono eroico il gesto.
Siete davvero gli eroi che hanno salvato Ravenna?
“[…] Veniamo da una siccità gravissima, dalle grandinate e da due alluvioni in due settimane. Ci vorrà molto tempo per tornare a rendere coltivabili i fondi trasformati in una palude”.
Essersi immolati è servito?
“A due giorni dall’emergenza più acuta possiamo dire di sì. Il canale Magni ha dilagato su oltre 200 ettari della cooperativa, in totale abbiamo 650 ettari ancora sommersi sotto 2,5 metri. Questa è la superficie che sarebbe finita sotto nel centro di Ravenna”. […]
Quali colture sono finite sotto la nuova palude?
“Grano, bieta da seme, mais ed erba medica. Può essere che solo l’erba resista, ma senza idrovore l’acqua stagnerà per settimane e il fango riversato dai fiumi formerà poi una crosta dura come cemento”.
Avete calcolato il prezzo del sacrificio?
“Solo per i raccolti dell’anno, in media, 2 mila euro a ettaro. Il totale supera 1,3 milioni, senza contare i costi per sistemare i terreni nei prossimi anni”. […]
Rispetto a quanto sopra esposto, ho rivolto un’interrogazione al sindaco affinché chiarisca in Consiglio comunale, avvalendosi di qualificato supporto tecnico, se l’allagamento dei terreni della Cab Terra è stato inefficace ad evitare che fosse allagata anche la città di Ravenna.”
Alvaro Ancisi
(capogruppo di Lista per Ravenna)