“Si legge oggi sulla stampa (Corriere di Romagna) che le uccisioni dei daini nel ravennate segnalate dalle Associazioni sono del tutto lecite, in quanto avvengono seguendo la delibera regionale 1244/2023 per l’abbattimento del daino valida in tutta l’Emilia Romagna, che prevede l’uccisione di 3225 daini, di cui 356 a Ravenna nell’ATC RA2 e nelle cosiddette “aree contigue” del Parco del Delta del Po. L’ambito territoriale di caccia (ATC), di circa 130 km quadrati, va dalle Valli di Comacchio sud fino a Cervia, confina a ovest con parte del tracciato del Lamone, comprende territori di Russi, San Pietro in Vicoli, Castiglione di Ravenna e di Cervia, e a est confina con la linea di costa. All’interno di questo ATC, vi sono le stazioni di Parco del Delta del Po (e le relative aree contigue) “Pineta di San Vitale e Pialasse”, “Pineta di Classe e Saline di Cervia” e parte della stazione “Valli di Comacchio”, oltre a diverse Riserve naturali statali quali la pineta demaniale costiera.
Oltre 3000 daini: un numero spropositato che fa parte della strage di fauna selvatica di ogni genere che ogni anno di svolge in tutta la Regione con numeri impressionanti”. A dirlo sono, in una nota congiunta, Circolo Legambiente Delta del Po, Italia Nostra sezione di Ravenna e OIPA sezione di Ravenna
“Nel 2014-15 moltissimi cittadini chiesero di porre fine a queste pratiche, almeno nelle zone degli abbattimenti decisi dalla delibera provinciale 252/2014, che prevedeva l’uccisione di 67 daini appartenenti alla popolazione della Pineta di Classe. Gli spari sarebbero stati effettuati da una decina di altane poste a Lido di Dante (zona Quaiadora) e a Lido di Classe (zone via Barbona e via canale Pergami). Lo stesso hanno chiesto quasi 36 mila sottoscrittori – di cui 6000 in cartaceo – di una recente petizione. A seguito delle proteste, ma senza che concretamente si pensasse di avvalersi di metodi ecologici ed etici, viene emanata la delibera regionale 140 del 2021, che riguarda solo gli specifici nuclei dei daini della Pineta di Classe e di Lido di Volano e non prevede uccisioni sul posto da parte dei cacciatori come nel resto della Regione.
La delibera, tuttora in vigore, esclude le zone di Parco e le pinete litoranee demaniali (per intenderci, le zone A, B, C dell’Ortazzo-Ortazzino ormai ben note dopo il recente scandalo della mancata acquisizione pubblica) ed è quindi eseguibile nelle aree contigue del Parco, per un’area di circa 64 km quadrati che la delibera stessa individua con precisione nel cap. 3 dell’Allegato 1. L’area è delimitata a nord dai Fiumi Uniti, dalla Pineta demaniale ad est, dal fiume Savio a sud e dalla SS 16 Adriatica a ovest. Precisiamo che tutto il territorio sopra descritto è classificato “area contigua”, eccezion fatta per le zone di Parco, per la Pineta demaniale e la Riserva statale Duna costiera, e per le zone abitate (Lido di Dante e di Classe, Savio), dove non è in vigore alcuna delibera regionale specifica per i daini.
Ebbene, giunge invece notizia, confermata da più parti ed anche dalle dichiarazioni della Polizia provinciale, che al momento gli abbattimenti avvengono proprio all’interno di questo perimetro, ed in particolare in zona Lido di Dante (zona Quaiadora/Torraccia).“Con l’eccezione della pineta demaniale, tutto il vasto territorio agricolo a sud di Lido di Dante è inserito nella zona di contiguità al Parco (ovvero pre-Parco) e la caccia alla selvaggina ordinaria (e agli ungulati) è quindi permessa” dichiarava la comandante della Polizia provinciale sul Resto del Carlino il 31 dicembre. Com’è dunque possibile che siano state sovrapposte due delibere ben diverse, con finalità ed ambiti differenti, ovvero cancellata quella specifica per il solo areale del nucleo di daini della Pineta di Classe, che quindi viene di fatto riassorbita in quella generale valida per tutta la Regione e a favore delle uccisioni?”