Dieci anni vissuti “pericolosamente”, fra crisi economica, pandemia e crisi energetica, ma le cooperative romagnole stimano che il 2024 sarà tendenzialmente in crescita, con la significativa eccezione del settore agroalimentare, duramente colpito dall’alluvione e dalla crisi climatica.
Tra le preoccupazioni principali la difficoltà a trovare lavoratori (42,7%), i costi energetici (40,6%), l’inflazione e il costo del denaro (34,4%) e il finanziamento dei servizi pubblici essenziali (20%). Bene il 2023, con quasi nove imprese su dieci in utile o in pareggio.
Questi, in sintesi, i risultati dell’indagine presentata oggi da Legacoop Romagna a Cesenatico, nel corso del convegno sui dieci anni dalla propria nascita, alla presenza del presidente della Regione Stefano Bonaccini.
Per il 2023, il 58% delle cooperative romagnole stima un aumento del valore della produzione, con un picco del 73% nelle cooperative che superano i 100 milioni di fatturato; bene anche le imprese con un fatturato compreso fra i 50 e i 100 milioni (67%), mentre soffrono di più le piccole (54%) e medie cooperative (la crescita si attesta al 58%).
Il settore più pessimista è quello agroalimentare (38% di previsioni positive), che però nel prossimo triennio prevede di investire nell’81% dei casi (contro il 64% della media), un picco dovuto alla necessità di contrastare la crisi climatica.
Previsioni ottimistiche per servizi (65%), produzione (63%), culturali (75%) e sociali (60%).
Per quanto riguarda l’anno in corso, il 64% delle imprese associate dichiara che chiuderà in utile, il 23% in pareggio e il 13% in perdita. Nel comparto agroalimentare, la percentuale positiva si abbassa al 58% (complici, anche qui, le catastrofi naturali), mentre si alza al 75% nei Servizi, che confermano i bilanci degli ultimi anni.
La ricerca è stata presentata da Simona Benedetti, coordinatrice dell’attività sindacale di Legacoop Romagna.
«I cooperatori non si fermano e progettano il futuro per continuare a crescere, insieme. C’è un dato della ricerca —dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi — che colpisce molto: alla domanda “La Romagna si sta modernizzando o sta regredendo?”, il 69% delle cooperative associate a Legacoop Romagna risponde che il territorio ha fatto passi in avanti, verso la modernità. La conferma di come questo decennio così difficile, in realtà ci abbia lasciato in eredità una Romagna non troppo indebolita ed anzi pronta a rilanciare».
Il convegno per i dieci anni di Legacoop Romagna
Il convegno al Teatro comunale di Cesenatico ha celebrato i dieci anni di Legacoop Romagna, nata il 5 dicembre 2013 dall’unione delle cooperative di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena. Oggi l’associazione rappresenta circa 380 imprese, con un valore della produzione superiore ai 7,3 miliardi di euro (dati aggiornati al 2022), più di 300mila soci e oltre 25mila lavoratori. In dieci anni il valore della produzione del sistema Legacoop in Romagna è cresciuto di 1,8 miliardi, mentre gli occupati sono aumentati di duemila unità, di cui mille solo nel 2022.
Tra i presenti, oltre al già citato Bonaccini, anche Matteo Gozzoli, Sindaco di Cesenatico, e Guido Caselli di Unioncamere Emilia-Romagna.
Tra gli interventi anche quelli del presidente regionale di Legacoop, Daniele Montroni, di quello nazionale, Simone Gamberini, e delle vicepresidenti di Legacoop Romagna, Romina Maresi e Giorgia Gianni, La tavola rotonda è stata moderata dal giornalista Andrea Rinaldi.
Nel corso della mattinata anche la consegna dei riconoscimenti ai “past president” e la premiazione dei progetti di nuove cooperative vincitrici di Coopstartup Romagna.