Una donazione che a una prima occhiata potrebbe sembrare non eclatante da un punto di vista meramente economico, ma dal significato profondo e soprattutto di grande impatto per i pazienti di Lugo: nella giornata di oggi è stato inaugurato il nuovo lettino di statica acquistato dall’Istituto Oncologico Romagnolo a favore del reparto di Medicina Riabilitativa dell’Ospedale “Umberto I”. Un’attrezzatura del valore di circa 3.200 euro, che tornerà utile alle persone ricoverate affette da gravi cerebrolesioni acquisite e che giungono alle cure presso l’Unità Operativa diretta dalla dott.ssa Cinzia Lotta allo scopo di recuperare la maggior autonomia possibile dopo eventi acuti e interventi di neurochirurgia. A fare da tramite per la donazione il dott. Claudio Dazzi, Responsabile dell’Oncologia di Lugo, che in questi anni ha collaborato più volte a stretto contatto con lo IOR per effettuare migliorie che rendessero il suo reparto più accogliente per pazienti e famigliari nonché nell’acquisto di macchinari innovativi per una presa in carico sempre più efficace: tra questi si ricordano il Paxman Scalp Cooler, casco refrigerante che permette a circa il 65% delle pazienti che vi si sottopongono di evitare la caduta dei capelli in seguito ai trattamenti chemioterapici; e l’ecotomografo “Canon Aplio 300”, strumentazione di ultima generazione del valore di 42.700 euro in grado di distinguere lesioni anche di piccolissime dimensioni, utile sia in fase diagnostica che interventistica. D’altronde, dei pazienti che afferiscono al reparto di Medicina Riabilitativa, sono numerosi quelli che devono sottoporsi a cure fisioterapiche in seguito ad operazioni chirurgiche di rimozione dei tumori.
Ma ciò che rende ancor più speciale la donazione del lettino di statica è la storia di come nasce questo intervento. Si tratta infatti di una richiesta personale effettuata da Daniela Parri, fisioterapista che lavorava proprio presso la Medicina Riabilitativa dell’Ospedale “Umberto I” e a cui, nel dicembre 2020, è stato diagnosticato un carcinoma ovarico. Descritta dalle colleghe come una persona giovale, altruista, profondamente innamorata della sua mansione e del bene che poteva donare ai pazienti che afferivano alla struttura, negli ultimi giorni di malattia ha espressamente richiesto di utilizzare le offerte che sarebbero state raccolte nel corso delle sue esequie per qualcosa che potesse essere utile ai professionisti con cui lavorava. Una sorta di lascito, che ha portato ad un gesto d’amore concreto che possa fare la differenza per far ritrovare il massimo grado di autonomia possibile a tante persone che soffrono.
«Ringrazio innanzitutto il dott. Claudio Dazzi, che si è fatto tramite tra noi e l’Istituto Oncologico Romagnolo, e ovviamente anche lo IOR per la donazione – ha spiegato la dott.ssa Lotta, che ha preso la parola per prima nel corso della cerimonia – il nostro desiderio era che Daniela potesse avere qualcosa di concreto che rimanesse, anche se ovviamente la sua presenza è sempre tangibile e non abbiamo bisogno di una strumentazione affinché il suo ricordo sia sempre qui con noi. Nel nostro reparto vengono ricoverati persone con gravi cerebrolesioni da traumi cranici o emorragie cerebrali: questa attrezzatura permette una lenta verticalizzazione ed anche una stabilizzazione dei pazienti allettati anche se non c’è un movimento attivo. È uno strumento importantissimo per la nostra attività quotidiana, di cui prima non disponevamo, e dunque siamo molto grati per questa donazione».
Fabrizio Miserocchi, Direttore Generale IOR, ha preso la parola sottolineando anch’egli «l’importanza della collaborazione col dott. Dazzi, con cui abbiamo una famigliarità consolidata: questa volta non offriamo uno strumento per l’Oncologia ma ogni occasione per collaborare è importante. Perché? Il motivo è semplice: lo IOR riceve tanta fiducia dal territorio, anche grazie alla sua storicità e ai suoi fondatori, tra cui vorrei citare Rositano “Tano” Tarlazzi, colonna portante della nostra organizzazione per l’area di Lugo venuto recentemente a mancare. Questa fiducia va restituita: ed è ovvio che i valori e l’accoglienza che i pazienti trovano nell’Ospedale “Umberto I” siano tali che ogni investimento su questa struttura viene considerato giusto e doveroso per il livello dei professionisti che ci operano. Mi permetto solo una piccola proposta che spero non prendiate come appunto: lo IOR è impegnato già da anni per promuovere, nei luoghi di cura della Romagna, una serie di interventi volti all’umanizzazione dei reparti, affinché si presentino in maniera più luminosa per le persone che li frequentano. Ci rendiamo disponibili sin da oggi per creare insieme qualcosa di bello anche presso la Medicina Riabilitativa di Lugo, affinché diventi un luogo che racconti meno di sofferenza e malattia e più di accoglienza e di cura».
Una proposta che il dott. Paolo Tarlazzi, Direttore Medico del Presidio Ospedaliero di Lugo, ha accolto con entusiasmo, dichiarando che, «viste le contingenze e il periodo di forte crisi, l’aiuto che ci offre lo IOR sarebbe sicuramente utile in un’ottica di ancor più ampio respiro. Ringrazio il dott. Miserocchi e i famigliari di Daniela Parri, che qui oramai sono di casa: la sua presenza è ancora palpabile perché colleghi e colleghe continuano a mantenerne vivo il ricordo». Cosa confermata anche dalla Agnese Morelli, fisioterapista del reparto, che in maniera commossa ha ammesso che «la lezione che mi porterò dentro da questa esperienza è che, nella frenesia di questo lavoro, ci viene chiesto di tanto in tanto di fermarci ed essere presenti, come persone e come professionisti, per dare maggior valore ai rapporti umani. Daniela sarebbe sicuramente orgogliosa di questa giornata: quello che andiamo a celebrare oggi non è solo un lettino di statica in ricordo della sua persona, ma uno strumento al servizio di tanti pazienti che darà un risultato concreto per coloro che afferiscono alla nostra struttura». Ha concluso il dott. Claudio Dazzi, da tutti individuato giustamente come il tramite tra IOR e Ospedale “Umberto I”, che ha sottolineato come «il rapporto tra Oncologia e Medicina Riabilitativa è sempre più stretto e sarà sempre più stretto: grazie alla ricerca e alle nuove scoperte stiamo riuscendo ad avere una cronicizzazione sempre più lunga dei tumori che curiamo, quindi i nostri pazienti avranno sempre più bisogno delle cure di questo reparto affinché il tempo che riescono a sottrarre alla malattia sia della massima qualità possibile. Sono molto contento di aver fatto la mia parte affinché il desiderio di Daniela, paziente presso il nostro reparto, venisse concretizzato. Ringrazio di cuore come sempre lo IOR e Fabrizio Miserocchi: so che, quando abbiamo bisogno di qualcosa, mi bastano cinque minuti per avere da loro una risposta»