Il Piano Territoriale del Parco della Vena del Gesso, accusa la Federazione Speleologica, rimuove i vincoli all’estensione dell’area della cava di Monte Tondo. Redatto, dopo 18 anni dalla costituzione del Parco regionale della Vena del Gesso, il piano territoriale doveva essere teoricamente fondamentale per la gestione e il governo del territorio del parco. Approvato solo il 7 novembre scorso, il piano è ora pubblicato nell’albo pretorio della Provincia di Ravenna. Si tratta di un passaggio indispensabile per poter autorizzare il piano delle attività estrattive, il PIAE, senza il quale l’attività della cava di gesso di Monte Tondo rischia di dover fermarsi. Tutta la vicenda ovviamente s’instaura all’interno del dibattito sulla permanenza della cava e sulla compatibilità con il riconoscimento a Patrimonio Unesco dei fenomeni carsici. Fenomeni carsici che, secondo la Federazione Speleologica, il piano mette a rischio, rimuovendo gli ostacoli burocratici all’espansione della cava. Lo stesso piano, per altro, riconosce come l’attività estrattiva abbia modificato l’ambiente e non sia ecosostenibile.