“Nel luglio 2020, raccogliendo dolorose segnalazioni da alcuni pazienti, Lista per Ravenna presentò al sindaco un’interrogazione con questo oggetto: “Vietato curarsi i denti nella sanità pubblica. Chiusa tuttora da marzo la nuova odontoiatria di Ravenna già affetta da numerosi disservizi”. Alla risposta insoddisfacente dell’AUSL seguì la nostra replica: “Ambulatori deserti in odontoiatria. Protesi impossibili da mesi e mesi”. Il 9 ottobre scorso, ci ha riscritto il sig. G.P.: “Il servizio odontoiatrico all’Ospedale è completamente in tilt. Dopo due anni dalla mia segnalazione non è cambiato nulla. Per noi disabili e con scarso reddito è una cosa gravissima. Io soffoco spesso non avendo masticazione, rischiando a volte di affogare. È saltato per la seconda o terza volta il rapporto di subappalto per le protesi, una situazione ripetuta nel tempo perché queste gare non vanno a buon fine. Vogliamo il morto? Sono invalido da 35 anni. Mia figlia ed io siamo sfiniti da questa battaglia”. Il 7 novembre ci scrive due SMS la signora G.Q.: “L’odontoiatria all’AUSL di Ravenna non funziona. Lavorano uguale al medioevo. Il laboratorio protesi dentarie non esiste. Elaborano ancora protesi con ganci e la lista arriva al 2024”.
Tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire a tutti i cittadini, quelli rivolti a tutelare la salute dentale devono offrire visite odontoiatriche puntuali e sistematiche, anche per diagnosticare precocemente le patologie del cavo orale, e trattamenti chirurgici immediati nei casi urgenti. Le cure odontoiatriche e protesiche sono un servizio pubblico fondamentale per la cittadinanza, soprattutto per gli anziani e i meno abbienti. Per molti, che non possono permettersi di rivolgersi ad ambulatori privati, non riceverle dal servizio pubblico significa, dovendo rinunciare a curarsi, soffrire da cani e compromettere sempre di più la propria salute. Un buco nero sociale, un’odiosa discriminazione tra ricchi e poveri.
Nella Regione Emilia-Romagna, sono gratuite le cure per le malattie che compromettono l’apparato dentario. Sono gratuite o con compartecipazione alla spesa in relazione al reddito quando i pazienti sono in condizioni economiche disagiate. Per sua natura, il mal di denti richiede prestazioni immediate. Le visite non urgenti devono essere garantite entro 30 giorni. Il completamento delle cure deve aversi entro 90 giorni, entro 150 le protesi. Tutto però sulla carta. Nell’AUSL di Ravenna, la “cura dei denti” è addirittura – come sopra descritta – ai minimi termini, per lunghi tempi di attesa, qualità inadeguata, tecnologia arretrata e grave latitanza delle cure protesiche, che potrebbe dirsi interruzione di pubblico servizio.
Il 4 marzo 2019, l’AUSL Romagna pubblicò questo comunicato, con foto di taglio del nastro da parte del sindaco: “Spazi più adeguati e una miglior accoglienza per i pazienti delle cure odontoiatriche seguiti, a Ravenna, dall’Ausl Romagna grazie alla riorganizzazione e trasferimento degli ambulatori odontoiatrici dalla sede del Cmp all’Ospedale. Una scelta dunque collegata al potenziamento ed ampliamento dell’attività odontoiatrica in funzione della consistente e crescente esigenza di cura espressa dai cittadini. […] Siamo attrezzati per svolgere anche chirurgia orale complessa”. Si potrebbe dire “le ultime parole famigerate”. Di qui la richiesta al sindaco di Ravenna, quale presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria, organo di indirizzo politico-amministrativo dell’AUSL Romagna, di rappresentare alla direzione di questa azienda l’obbligo politico e sociale di mettere mano con decisione, determinazione e assoluta priorità al mantenimento degli impegni di cui sopra, rimediando le disfunzioni, le carenze e le deficienze che impediscono al servizio odontoiatrico presso l’ospedale ravennate Santa Maria delle Croci di assolvere degnamente ai suoi doveri.”