E’ arrivato a compimento, anche grazie ad un lungo lavoro di trattativa sostenuto da Coldiretti Ravenna, l’iter della variante di Castel Bolognese.

“Un progetto fortemente impattante sul valore e la consistenza del territorio, con ricadute sulla struttura dell’area interessata dall’opera – spiega Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Ravenna – che hanno sicuramente un peso molto più rilevante rispetto al valore degli espropri. Sarebbe curioso, al riguardo, conoscere la fonte delle cifre irreali diffuse in questi giorni da alcuni organi di stampa”.

Con senso di responsabilità verso la collettività, gli agricoltori coinvolti, supportati da Coldiretti nelle trattative con Anas, non si sono opposti cercando semplicemente di ottenere un giusto indennizzo a fronte di disagi che rimarranno nel tempo.

Il rapporto deficitario costi-benefici di un’opera del genere è stato messo ben in evidenza da Coldiretti che non ha mancato di far notare come esistessero soluzioni meno impattanti. “Ci teniamo a precisare che il monte spese dell’opera, circa 80 milioni – afferma al riguardo Pier Costante Montanari, Segretario Coldiretti dell’Area Faentina – è frutto dell’aumento del costo di materie prime e servizi rispetto al progetto iniziale e sicuramente non è imputabile al valore degli indennizzi riconosciuti alle proprietà coinvolte, non superiori ai 7 milioni di euro, niente di più che il giusto ristoro per imprese agricole che hanno visto compromessa in maniera irreparabile la loro capacità produttiva”.