Martedì 24 ottobre, alle ore 17.30, alla Biblioteca Manfrediana, verrà inaugurata la mostra ‘Un turco a Faenza’, esposizione allestita nella splendida cornice della Sala del Settecento, nell’ambito del progetto ERC “The European Qur’an”, che si occupa di evidenziare i percorsi di diffusione di idee sull’Islam e sul Corano nell’Europa fra il XII e il XIX secolo.
I libri esposti sono la testimonianza di un duplice sguardo oltre i confini della Romagna e dell’Italia. Uno più locale, bibliofilo, che racconta come collezionisti faentini abbiano raccolto, fra molte altre cose, anche testi sugli Ottomani e sull’Islam. Un altro più antico, degli autori di questi testi che, a titolo e con scopi diversi, hanno scritto di Islam.
Un primo gruppo di testi, il più copioso, riguarda le storie dell’Impero Ottomano, scritte dal XVI al XVIII secolo, che rappresentano l’evoluzione del punto di vista occidentale sul turco, che a partire da Sansovino (m. 1570) emerge dalle nebbie dell’inimicizia per diventare sempre più un altro a tutto tondo. Questo anche grazie ai viaggi, che costituiscono il secondo gruppo, sempre più frequenti nelle terre d’oriente, rappresentati qui dai viaggi del parmense Cornelio Magni (m. 1692). Un terzo gruppo riguarda la rappresentazione del turco nella narrativa europea, tradotta anche in italiano, impregnata di esotismo nonostante il progresso delle conoscenze in ambito orientalistico e gli sforzi di formazione di nuovi specialisti, anche attraverso la pubblicazione di manuali (oggi difficilmente utilizzabili) come la raccolta di proverbi turchi scritti in alfabeto armeno.
Discorso a parte meritano le mappe, sia quelle contenute nei volumi, che le carte geografiche. Oltre a costituire strumento di orientamento sono anche un ulteriore modo per rappresentare l’altro attraverso i confini, le definizioni e i nomi dei luoghi. Quando rappresentano gli itinerari di viaggio, poi, sono la prova che il racconto, almeno in parte, non è pura finzione. Lo spirito erudito che informa il collezionismo faentino ha portato tracce non secondarie di un processo lungo di costruzione dell’Orientalismo e, con questo, di varie immagini dell’Islam, soprattutto di quello Ottomano.
I volumi sono esposti secondo un criterio tematico che vuol mettere in evidenza i diversi sguardi, sia degli autori che dei collezionisti.
La mostra è stata organizzata da MIchele Petrone, con la collaborazione della Manfrediana, soprattutto della direttrice, della dott.ssa Amadori e del dott. Zambelli.
Dopo i saluti istituzionali alla serata sono attesi i contributi di Davide Scotto e Michele Petrone.