“Il 27 settembre scorso avevamo evidenziato al sindaco, tramite un’interrogazione, come, con l’avvio del nuovo anno scolastico, numerosi studenti residenti in varie località del forese, dovendo raggiungere il proprio istituto situato nel capoluogo, venivano lasciati a terra alla fermata dell’autobus, già colmo di passeggeri. Avevamo indicato, come pressante, il caso dell’autobus 140 sulla linea Casalborsetti/Ravenna, il quale, superate Mandriole e Sant’Alberto, arrivava a San Romualdo e a Ca’ Bosco senza più spazio per entrarci. Da oggi, lunedì, è finalmente in funzione, al mattino, un autobus più grande, che dovrebbe risolvere il problema.
Molte sono però le famiglie preoccupate anche per il diffuso stato di insicurezza e di pericolo rappresentato dalle fermate stesse degli autobus a danno dei pedoni in attesa, soprattutto ragazzi in età scolastica, nonché anziani e persone con impedimenti fisici, ma pure della circolazione stradale. Anche se non è estranea al fenomeno la città, ci soffermiamo sulle strade extraurbane, comunali o provinciali, che dispongono generalmente di una sola carreggiata a doppio senso di marcia e alquanto ristretta. Per proteggere chi sosta alle fermate bus di queste strade, il regolamento di applicazione del Codice della Strada, oltre all’apposita segnaletica verticale e a quella orizzontale volta a delimitare lo spazio riservato alla salita e alla discesa dei passeggeri, richiede apposite piazzole esterne alla carreggiata, larghe tre metri e lunghe almeno 12, complete di marciapiedi o di isola rialzata. Nel comune di Ravenna tutto questo succede però raramente. Numerosi sono poi i casi limite, quasi da terzo mondo.
16 FERMATE “INDECENTI”
TRA MANDRIOLE E RAVENNA
Prendiamo in esame, come congruo termine di paragone, un percorso in cui la garanzia della sicurezza dovrebbe essere massima, svolgendosi interamente su strade provinciali, esattamente quelle del suddetto autobus 40 e del 41, le quali, tra Casaborsetti e Ravenna, sono la n. 24, con le fermate fra Mandriole e Sant’Alberto, e la n. 1, con le fermate fra Sant’Alberto e la città.
Sono indicativamente 16 le fermate “indecenti” su cui abbiamo raccolto un reportage fotografico. La prima e più da brivido è la fermata n. 702 (foto 1), che raccoglie gli utenti residenti tra Mandriole/Ponte Zanzi e Sant’Alberto/via Madonna, all’altezza dell’incrocio con via Gattolo Superiore. Posta sull’orlo stradale senza piazzola o isola rialzata, precipita su un terreno incolto senza una minima rientranza che consenta di non essere sfiorati dalle auto, se non spinti giù. Al mattino presto, la scarsità della luce, che, procedendo l’autunno, mancherà totalmente impedendo la visibilità, renderà ancora più rischiosa l’attesa del bus per i minori diretti a scuola. I genitori, allarmati, chiedono almeno che la fermata sia spostata di venti passi verso Sant’Alberto, in coincidenza con la via Gattolo Superiore, dove i passeggeri potrebbero attendere il bus con un traffico motorizzato minimo, quasi zero all’alba.
Numerose sono però le fermate in cui non c’è niente che rispetti il Codice, tranne un cartello verticale posto sul ciglio della carreggiata, senza spazi per la sosta se non sull’erba (foto 3, 4 e 6), o addirittura dietro un guard rail (foto 2 e 6). Sulla via Mandriole, una fermata è posta – come severamente vietato dal Codice della Strada – su una curva, rendendo molto pericoloso il sorpasso dell’autobus da parte degli altri veicoli.
PRIMATTORE IL SINDACO
La competenza sulle fermate bus non è tuttavia di Start, incaricata del trasporto pubblico su gomma in Romagna, ma di Ambra srl (Agenzia della Mobilità del Bacino di Ravenna). Creata dalla Regione per gestirne le reti della nostra provincia, comprese le fermate e le pensiline, nonché per controllare la qualità dei servizi erogati, essa dipende, nel nostro caso, dalle decisioni del Comune di Ravenna, direttamente dalla Giunta de Pascale.
Trattandosi di un problema di ordine generale, da affrontare in maniera organica, occorre, a nostro parere:
1.      analizzare e registrare, innanzitutto, quali sono, e per quali ragioni, sull’intero territorio comunale di Ravenna, le fermate di Ambra “difettose”;
2.      formulare poi, secondo prestabiliti indicatori delle maggiori gravità ed urgenze, un piano di interventi, ad esempio triennale, volto gradualmente a metterle tutte in sicurezza.
Sulla disponibilità a procedere in questa direzione o comunque verso il medesimo obiettivo, interrogo le intenzioni del sindaco, precisando tuttavia come sia imprescindibile che l’analisi di cui al punto 1, se non già esistente (come dovrebbe essere), sia da subito commissionata ad Ambra quale atto dovuto nei confronti del Consiglio comunale, organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo dell’Amministrazione, Giunta de Pascale per prima.”
Alvaro Ancisi
(capogruppo di Lista per Ravenna)