“Oggi pomeriggio a Faventia Sales si tiene una tavola rotonda, con tanto di Mobility manager scolastici, aziendali, progetti europei a confronto e anche l’intervento dell’assessore regionale Corsini, iniziativa organizzata in collaborazione con la Consulta della Bicicletta.
Come Faenza Eco-logica siamo lieti di questi eventi di sensibilizzazione, ma vorremmo far notare alcune contraddizioni, perché queste celebrazioni non restassero soltanto un “bla bla bla”. Nella realtà, a Faenza la mobilità sostenibile non ha fatto progressi da quando è stato approvato il Pums (settembre 2021).
Anzi, in alcune situazioni, come davanti alle scuole, si è tornati indietro.
Un esempio emblematico è l’IC Europa, che non ha più nessuna zona sicura davanti alle sue scuole: davanti alla scuola materna Panda, in via Donatini, e nei pressi della scuola primaria Gulli in via Castellani, le auto si accalcano incuranti dei cartelli verticali che indicano divieto di transito negli orari di entrata e uscita. I volontari non ci sono più a mettere la sbarra, e neppure i vigili passano più (per lo meno non li abbiamo ancora visti). Davanti alle Medie Europa (via insorti) è il solito invariato ingorgo.
Alle scuole primarie don Milani da ormai 10 anni si parla di mettere una “zona scolastica” nel parcheggio antistante, perennemente intasato da auto. Nonostante ci sia un efficiente piedibus, che parte da parcheggi scambiatori limitrofi, ancora troppi genitori preferiscono fare “l’inchino al portone” con le loro auto. I parcheggi a spina di pesce sono ugualmente pericolosi, .
Eppure da anni non cambia niente. Non c’è neppure una ciclabile sicura che attraversi il parcheggio.
Anche Via Corbari resta una strada “monstre”, piena di auto, larga, rettilinea e senza corsie sicure per bici, con auto parcheggiate anche in doppia fila a sbarrare gli accessi pedonali alle due scuole, Panda e Don Milani.
Insomma, siamo il contrario dei tanti begli esempi europei di strade scolastiche o zone 30 a ridosso delle scuole.
Nel Pums era prevista una ciclabile in via Corbari per favorire i percorsi casa scuola, ma in sede di Consulta della Bicicletta l’assessora Barzaglia circa un anno fa ha detto che non si sarebbe fatta, perché gli utenti deboli dovevano farsi bastare la nuova ciclopedonale sterrata dentro al parco Ferucci: ciclopedonale che però non può bastare. Inoltre, una volta usciti dalla ciclopedonale, ci si ritrova nello stesso invariato caos del parcheggio delle don Milani.
Insomma la logica è sempre quella: le strade sono delle auto. Pedoni e ciclisti si contendono le briciole.
Anche davanti ai campi sportivi della Graziola la situazione è critica. Strada larghissima, auto a tutta velocità, strisce pedonali scolorite, non rialzate, corsie ciclabili (pitturate ai tempi del covid) poco visibili. Le strisce pedonali inoltre non sono davanti all’ingresso dell’area sportiva, (Vialetto Atleti Azzurri d’Italia), ma solo davanti all’uscita del Palacattani. Quindi chi viene in bici da via Sant’Orsola e dal Peep deve attraversare davanti al Palacattani, per poi infilarsi in un accidentato percorso tra siepi, muretti, vicoli ciottolosi e raggiungere finalmente il Vialetto Atleti Azzurri, che a sua volta è strapieno di auto in sosta e manovra. Davanti ai cancelli della zona sportiva, questo vicolo chiuso ospita un assembramento spaventoso di auto che accompagnano i figli a fare sport, mentre il mega parcheggio a 20 metri risulta sempre tutto vuoto. Anche qui, come a scuola, la cultura della mobilità sostenibile è sotto ai piedi (o sotto le ruote).
Perché il Comune in tanti anni non ha ancora vietato l’accesso delle auto nel Vialetto Atleti Azzurri, dirottando le auto nel mega parcheggio a poche decine di metri?
Perché non ha realizzato un attraversamento pedonale decente, davanti al Vialetto Atleti Azzurri, illuminato e rialzato e corsie ciclabili degne di questo nome in Via Graziola? Una via percorsa da centinaia di ragazzi che vanno e tornano da sport in bici. Dobbiamo aspettare che succeda qualche disgrazia?
Ma pare che neppure le disgrazie servano a spronare i nostri amministratori.
Corso Matteotti è la stessa giungla di inciviltà e di parcheggi selvaggi, nessun intervento per renderla una strada “europea”, questa estate una ragazza in bici è stata travolta da un’auto pirata e una donna in bici si è rotta malamente una gamba per una sportellata di un’auto in divieto di sosta.
Insomma, il Pums a Faenza è al palo e la sicurezza degli utenti deboli pure. Tra l’altro in un contesto post alluvione con tantissima gente senza più auto di proprietà. Neppure il car sharing, previsto nel PUMS è stato realizzato.
La Consulta della Bicicletta, in questi anni, oltre a interessanti convegni, cosa ha fatto? ci aspettavamo almeno le case avanzate ai semafori, richiesta sacrosanta di Fiab e Legambiente, un minimo sindacale. Che fine ha fatto questa richiesta? Ci potete almeno spiegare perché è stata cassata?
Infine, ben venga il nuovo percorso del TPL fino a Santa Lucia e la gratuità fino a dicembre, ma ci aspetteremmo nuove linee dirette anche verso la zona industriale (Cinedream) e il forese (Celle, Castel Raniero, Pieve Corleto) per ora zone totalmente tagliate fuori.
All’assessore Corsini, vorremmo poi chiedere l’impegno concreto della regione a far ripartire prima possibile la linea ferroviaria Faenza-Marradi, e la Faenza Lavezzola. Non possiamo credere che manchino i soldi,per mettere in sicurezza il territorio e le linee, visto che i soldi per nuove autostrade e passanti si trovano sempre. Crediamo che manchi la volontà e non vorremmo che queste ferrovie facessero la fine dei tanti “rami secchi” tagliati negli anni.
Meno chiacchere e più concretezza, perché la vita della gente è appesa a un filo. “
Faenza Eco-logica