“Le promesse estive sulle immissioni in ruolo per docenti e personale ATA si scontrano ancora una volta con la dura realtà . A meno di due settimane dalla prima campanella, anche a Ravenna si registra un dato che,nei numeri, smentisce clamorosamente l’annuncio sul piano straordinario di stabilizzazione del personale precario. Sul versante del personale docente,fra organico di diritto e di fatto, nei vari ordini di scuola, sono circa 157 i posti su cattedra oraria intera e 116 su spezzone orario, che sono stati coperti con assunzioni di personale a tempo determinato. Allarmante il dato sui posti di sostegno, sono circa 387 i posti su cattedra oraria intera e 200 su spezzone orario.
In questo quadro, già di per sé preoccupante di docenti che cambiano di anno in anno, c’è la mancanza di docenti specializzati sul sostegno e questo perché i posti messi a bando dalle Università per i Tfa,(i percorsi di specializzazione al sostegno) sono irrisori, a fronte di studentesse e studenti bisognosi in aumento ogni anno. Per rendere fattuale l’inclusione occorre una programmazione che manca, a partire da un aumento dei posti degli Atenei per il Tfa, percorso oltretutto con un costo a carico dei docenti. Per il personale ATA, fra organico di diritto e di fatto,sono circa 355 i posti che sono stati in parte già assegnati con contratti a tempo determinato a cui si aggiungono i 100 posti su spezzone orario.
La carenza del personale è sotto gli occhi di tutti,ma ciò che troppo spesso “sfugge” a chi ci governa è che la scuola è una realtà complessa e delicata, composta da tante figure integrate di cui gli assistenti amministrativi,collaboratori scolastici e assistenti tecnici sono la struttura “fondante” dell’Istituzione stessa. Le tabelle che stabiliscono i parametri numerici del personale ATA sono obsolete e non tengono minimamente conto delle effettive esigenze delle scuole. Negli ultimi anni c’è è stato un aumento smisurato delle incombenze burocratiche di carattere amministrativo, contabile, fiscale e didattico causato dal “precariato storico” perpetrato, in modo scellerato, dai Governi nell’ambito di logiche del risparmio economico e nell’ottica dei tagli previsti ed attuati, dalle leggi di stabilità susseguitesi.
La scuola ha bisogno di risorse per gli studenti e le studentesse, per valorizzare chi ci lavora partendo da salari adeguati,per stabilizzare tutto il personale e di conseguenza ridurre il numero degli alunni per classe”.