Bene ha fatto il Comune di Ravenna ad esprimere solidarietà, senza se e senza ma, nei confronti del Centro Antidiscriminazioni ravennate e di tutta la comunità ravennate LGBTQIA+. Lo ha fatto attraverso la voce dell’Assessora alle Politiche e cultura di genere, Federica Moschini, che si è fatta sentire dopo le scritte offensive, intimidatorie e cariche di violenza omotransfobica che hanno vandalizzato i manifesti promozionali dell’attività del centro, istituito con molto ritardo nel marzo scorso. Già come Ravenna in Comune avevamo riconosciuto «all’Assessora competente di aver mantenuto la parola data nel dicembre scorso allorché promise l’inaugurazione ad inizio 2023». Ora apprezziamo quanto detto senza ambiguità di sorta: «Al centro vanno la solidarietà e vicinanza mie personali e dell’amministrazione comunale con il rinnovo dell’impegno a proseguire nelle azioni tese alla diffusione della cultura dell’inclusione, della promozione sociale e della valorizzazione delle differenze come opportunità di crescita e di arricchimento morale per l’affermazione di una società progredita e libera». Nonché l’espressione di «profondo sdegno e forte condanna verso un atto vile, offensivo nei confronti di tutta la comunità ravennate che si riconosce nei valori di tutela dei diritti e della dignità delle persone contro ogni forma di discriminazione e ingiustizia sociale».
Ricordiamo che dall’indagine promossa dalla Regione Emilia-Romagna per analizzare il fenomeno, spesso sommerso, delle discriminazioni e violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, sono emersi dati per nulla tranquillizzanti anche per quello che, a torto, è considerato un territorio meno ostile di altri. Una persona su quattro tra quelle che hanno risposto al questionario ha subito almeno un’aggressione sessuale o fisica. Otto su dieci sono state fatte oggetto di derisioni o vere e proprie calunnie. Le persone che si sentono discriminate in ambito lavorativo rappresentano il 20% dei risultati. Si stima che chi non denuncia rappresenti una forchetta che va dal 44 al 56% del campione.
Ravenna in Comune concorda con le associazioni LGBTQIA+ nel ritenere che l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia, la transfobia, l’afobia e l’intersexfobia siano manifestazioni di violenza e forme di discriminazione e bullismo specificamente indirizzate contro le persone gay, lesbiche, bisessuali (bi+), trans*, asessuali e intersex. Ravenna in Comune, del resto, rivendica da sempre nel proprio programma politico come essenziale il contrasto di ogni tipo di discriminazione. Dobbiamo perciò coerentemente denunciare le politiche e le “sensibilità” del governo della destra di Meloni & co. che consentono il proliferare di azioni repressive e persecutorie promosse sia a livello sociale che culturale.
Nell’esprimere la solidarietà di Ravenna in Comune verso il Centro, chi vi opera e l’intera collettività LGBTQIA+, chiediamo a chi condivide i nostri valori di mantenere alta l’attenzione perché nel nostro Comune sia negato ogni spazio all’omotransfobia.