Dopo la breve pausa imposta dalle misure contro la pandemia siamo ritornati anche quest’anno a sparare i fuochi d’artificio come se non ci fosse un domani. Questa sera, 23 luglio, verranno sparati addirittura da cinque lidi: Marina Romea, Marina di Ravenna, Punta Marina, Lido Adriano e Lido di Classe. A parte il costo economico, sparare i fuochi non è a costo zero per la salute della popolazione. Vale la pena ricordare, come già abbiamo fatto altre volte, che gli spettacoli pirotecnici emettono una varietà di sostanze inquinanti nell’aria, tra cui polvere, metalli pesanti, ossidi di azoto e zolfo. A capodanno, dopo i fuochi di San Silvestro, la centralina ARPAE di Ravenna ha registrato il valore record di 85 µg/m3 di PM10. Altre sostanze rilasciate che non fanno propriamente bene alla salute sono potassio (K), stronzio (Sr), bario (Ba), magnesio (Mg), alluminio (Al), zolfo (S), titanio (Ti), manganese (Mn), rame (Cu), bromo (Br) e piombo (Pb). L’inquinamento dell’aria, poi, non è l’unico impatto ambientale negativo degli spettacoli pirotecnici. Le polveri esplosive sono racchiuse in involucri di polimeri sintetici e la plastica finisce per depositarsi in mare. Naturalmente va aggiunto l’inquinamento acustico che colpisce particolarmente sia umani (specie bambini e anziani) che animali.
Tutto questo senza contare l’incentivazione ad una delle più rischiose industrie per incidenti anche mortali. L’ultimo lavoratore è morto due settimane fa in un’esplosione in provincia di Napoli a Gargani, frazione di Roccarainola: dove lavorava l’uomo è rimasto solo un cratere. Sono invece 8 anni domani dalla strage di Modugno in provincia di Bari: 10 morti il 24 luglio 2015 dopo un enorme boato. Gli spari di questa notte sono un pessimo modo per commemorare l’anniversario!
Eppure vi sarebbero alternative valide anche dal punto di vista spettacolare per sostituire spari che non trovano nessuna giustificazione nella ricorrenza del santo patrono. Droni luminosi e lasershow per gli spettacoli a base di luce, ma anche altri tipi di intrattenimento costituiscono attrattive prive delle controindicazioni dei fuochi pirotecnici. Il territorio ha pagato già un prezzo sufficientemente alto con l’ultimo incendio di Mezzano per sentire il bisogno di un’aggiunta di fuoco!
Come Ravenna in Comune, pur sapendo che non servirà a nulla, vista la sordità di Sindaco e Giunta in proposito (forse dovuta ai botti?), invita l’Amministrazione ad un ripensamento e ad evitare, comunque, inutili repliche a Ferragosto. Non è vero, come dice l’assessore, che «I fuochi di Sant’Apollinare sono un momento di leggerezza e splendore lungo la nostra riviera in occasione del Santo Patrono». È vero piuttosto che si può dare leggerezza e splendore senza bisogno di arrecar danno con la polvere pirica. In tante località si sta già facendo. Basterebbe volerlo per ottenerlo anche a Ravenna.