“Anche dopo essere passata alla raccolta di rifiuti cosiddetta mista, Ravenna resta lontanissima dagli obiettivi posti dal piano regionale per il 2022-2027 nella raccolta differenziata. Ma resta anche lontana dal centrare gli obiettivi, peraltro già scaduti, relativi al piano precedente. L’unica consolazione è che dopo più di 10 anni arriviamo almeno al minimo stabilito dalla normativa nazionale (art. 205 del DLgs 152/06), pari al 65% sul totale. Eravamo fuori legge dal 2012!
Lo scorso anno Hera aveva rilasciato annunci ottimistici e fuorvianti rivelatisi un fuoco di paglia. I dati resi noti dalla Regione, infatti, collocano il Comune di Ravenna tra i peggiori comuni emiliano-romagnoli nel 2022. Il risultato è quello di una produzione pari a 111.515.807 kg di rifiuti urbani a livello comunale in tutto l’anno, di cui solo il 67,4% è stato differenziato da Hera, costringendo allo smaltimento come indifferenziato 36.306.967 kg di rifiuti. Quasi tutti gli altri comuni capoluoghi di provincia hanno fatto risultati migliori: Ferrara ha raggiunto l’87,6%, Reggio Emilia l’82,8%, Forlì l’81,7%, Parma l’80,9% e Piacenza il 71,8%. Peggio di noi solo Rimini (di pochissimo), Bologna e Modena. In pratica il nostro Comune deve “ringraziare” Rimini se non si è ritrovata fanalino di coda in Romagna. E anche a livello provinciale siamo quasi in fondo. Il Comune più virtuoso è stato Russi (83,1%) ma in altri 12 ad Hera è riuscito un miglior risultato.
Sono risultati negativi come quelli di Ravenna, Rimini, Bologna e Modena a pesare sul dato complessivo regionale, pari al 74%, visto che ben 123 comuni (il 37,3% del totale) hanno invece raggiunto/superato l’80% di raccolta differenziata e 29 (circa il 9%) sono andati oltre il 90%. Di certo non stiamo aiutando a centrare l’obiettivo complessivo dell’80% per il 2025 che si è data la Regione approvando il nuovo piano rifiuti. Si tratta in realtà di obiettivi differenziati per area omogenea (pianura 84%, capoluoghi e costa 79% e montagna 67%) che, comunque, in mancanza di cambiamenti Ravenna non è in grado di raggiungere (a meno di trovare delle montagne sul proprio territorio!). Né si prospettano sensibili miglioramenti per l’anno in corso nonostante la “bacchetta magica” dei provvedimenti assunti da Bonaccini dopo l’alluvione (ordinanza 6 del 18 maggio 2023) che peraltro hanno concorso a creare le condizioni per il rogo di Mezzano.
Ravenna in Comune ha sempre contestato la scelta fatta dal Comune di adottare un sistema misto per altro nel più lungo tempo possibile. Ad oggi non ha portato un radicale miglioramento nella raccolta, ha dato luogo a un sensibile peggioramento nel servizio e negli abbandoni incontrollati. Nonostante tutto ciò e a dispetto delle nostre richieste è pure intervenuto un aumento della TARI. L’unico soggetto ad avvantaggiarsi della situazione, come al solito, è Hera. Ma se i conti di Hera prosperano a spese della cittadinanza, vuol dire che va tutto bene?
Al momento dell’approvazione dell’ultimo piano rifiuti Legambiente lo ha criticato aspramente in quanto il nuovo PRRB «assume un’ottica conservatrice che azzera gli obiettivi ambiziosi del piano precedente» e, riferito in specifico a Ravenna, si è chiesta come mai da noi «si smaltisce il doppio di quanto prevede il Piano regionale. Come mai non ci sia nemmeno un comune con tariffa puntuale. E crediamo che la responsabilità principale di questo non stia nei tempi lunghi delle gare di affidamento – come spesso indicato – ma sia da ricercare a livello locale».
Ravenna in Comune si era già dichiarata d’accordo. I problemi di Ravenna dipendono dall’Amministrazione de Pascale e dal rapporto con Hera che, altrove, è stato opportunamente reciso. Finché sarà data la precedenza agli interessi della multi-utility rispetto al benessere della collettività, gli obiettivi fissati dalla Regione, per quanto considerati in arretramento, resteranno irraggiungibili per il nostro Comune. E le conseguenze sotto il profilo ambientale del fallimento di de Pascale & soci ricadrà su tutta la cittadinanza.”