Il consigliere del PD Lorenzo Margotti, insieme a Luca Cortesi di Ravenna Coraggiosa, Giancarlo Schiano del M5S, Chiara Francesconi del gruppo misto, Daniele Perini e Davide Buonocore di Lista de Pascale Sindaco e Andrea Vasi del PRI sono intervenuti con un ordine del giorno sul tema del rigassificatore.

In questi anni Ravenna è stata pronta a mettere in campo diversi progetti legati all’energia e, in un momento di difficoltà nell’approvvigionamento energetico del nostro Paese, ha già offerto nei mesi scorsi la propria disponibilità per un rigassificatore. È stata una scelta determinante ai fini della sicurezza energetica nazionale in seguito alla guerra in Ucraina, che permetterà all’Italia di ridurre le difficoltà delle importazioni di gas dall’estero, in modo particolare dalla Russia. Si tratta di un’infrastruttura conosciuta e sicura, che ha ottenuto il parere favorevole di tutti gli enti preposti per quanto riguarda la tutela ambientale, la sicurezza degli impianti e della navigazione.

La nostra città è stata scelta anche grazie all’esperienza maturata in tanti anni nel comparto oil&gas e alla competenza e solidità delle nostre aziende conosciute in tutto il mondo. Il gnl ci permette di diversificare la strategia energetica e di continuare sulla strada della transizione ecologica, che richiede come base un mix di energie rinnovabili e gas.

Attualmente, il governo Meloni ha nominato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti commissario straordinario per installare un nuovo rigassificatore in Liguria. Lo stesso Toti ha dichiarato che non è ancora chiaro se sarà installato un nuovo impianto per ridurre ulteriormente la dipendenza dell’Italia dal gas importato dalla Russia oppure se la regione accoglierà il rigassificatore attualmente installato nel porto di Piombino, che dovrà essere rimosso entro i prossimi tre anni.

«La nava rigassificatrice Golar Tundra di Piombino – scrive il consigliere Margotti – dovrà essere spostata e ricollocata in un altro sito entro i prossimi tre anni, con un notevole dispendio di risorse che verranno fatte pagare a cittadini e imprese nelle bollette e non è ancora stato chiarito dal governo dove verrà sistemata.

Quello che auspichiamo è un equilibrio geopolitico nella suddivisione territoriale dei rigassificatori in questione tra Mar Adriatico e Mar Tirreno. Nel rispetto di questo equilibrio si deve escludere che l’area adriatica ravennate possa ospitare la nave Golar Tundra.

Inoltre chiediamo con forza al governo di convocare al più presto un tavolo per determinare i ristori e le compensazioni relativi al progetto rigassificatore di Ravenna, già fortemente richieste anche dal Consiglio Comunale ma attualmente rimaste lettera morta. Per quanto di competenza di Snam sono già state in parte comunicate le opere di mitigazione e compensazione, in particolare attraverso progetti di rigenerazione urbana in chiave turistica del litorale di Punta Marina e di efficientamento energetico, mobilità sostenibile e produzione di energia da fonti rinnovabili in tutto il comune. Per quanto di competenza del governo, invece, non sono ancora stati determinati e discussi con la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Ravenna i ristori economici previsti per la città. Oggi, a maggior ragione, serve aprire un tavolo tra Governo, Regione Emilia-Romagna e Regione Liguria per individuare i ristori e le compensazioni relative ai progetti esistenti, che sono diversi dal rigassificatore di Piombino visto che il tempo di permanenza di quest’ultimo è di soli tre anni.»