“Si trascina dal 2019 una vertenza legale che vede riunite in una sola causa presso il Giudice di Pace numerose decine di lavoratori o altri soggetti attivi nel porto di Ravenna, allo scopo di rivendicare, nei confronti della SAPIR, una delle principali società operanti nello scalo ravennate, il risarcimento di danni subiti dalle proprie autovetture, per oltre 100 mila euro complessivi.
Nel settembre di quell’anno, presero avvio lavori di manutenzione straordinaria, comprendenti azioni finali di verniciatura, con tinteggiatura a spruzzo e sabbiatura, su tre capannoni della SAPIR situati in via Darsena San Vitale, accanto a cui sono situati i parcheggi comuni di diverse imprese del settore. In mancanza di preavvisi, gli operai ed altri operatori portuali impegnati in zona hanno continuato a parcheggiare lì le proprie auto, ritrovandole però, al ritorno, imbrattate ovunque di piccoli punti di vernice tra il grigio e lo scuro e di granelli di sabbia. Si ipotizza che il lavoro di spruzzo, avvenuto a troppa distanza dalle superficie dei capannoni a cui era rivolto, si sia riversato, per azione del vento, anche sui parcheggi.
La SAPIR, composta in maggioranza da enti pubblici, quali Regione Emilia-Romagna, Provincia e Camera di Commercio di Ravenna, ha come principale azionista Ravenna Holding, cosiddetta cassaforte del Comune di Ravenna, il cui bilancio di esercizio del 2022 il Consiglio comunale è chiamato ad approvare nella prossima seduta di martedì 4 luglio.
Mi rivolgo perciò al sindaco per chiedergli se intende far conoscere alla cittadinanza, rispondendo a questa interrogazione, quale sia stato l’andamento dei fatti in questione. In particolare, se è vero che SAPIR o chi per essa non abbiano apposto, nei parcheggi in questione, alcun cartello o segnale di preavviso dei lavori di cui sopra, peraltro prolungatisi nel mese di ottobre, neppure successivamente al primo giorno in cui è avvenuto il fenomeno delle ricadute di vernice e sabbia sulle auto in sosta; ed inoltre, siccome ad oltre tre anni e mezzo dai fatti, la discussione sulle responsabilità tra la società stessa, l’impresa esecutrice dei lavori e le assicurazioni, non ha consentito neppure di avviare il rimborso dei danni ai soggetti che ne hanno il diritto, soprattutto lavoratori, se e come SAPIR intenda impegnarsi efficacemente perché si arrivi rapidamente al dunque”.