Non è corretto fare dell’inutile allarmismo sull’incendio di Mezzano. Troviamo però francamente inaccettabile presupporre, all’altro estremo, di negare le criticità limitandosi a ricapitolare i rimedi della nonna. L’ultima nota rilasciata ieri dal Comune si riduce alle raccomandazioni, ossia a consigli di buon senso, indirizzati esclusivamente «alla popolazione di Mezzano, Glorie, Ammonite e Borgo Masotti». Si raccomanda dunque se «il vento spira verso le abitazioni e di conseguenza si avverte odore di fumo, di uscire solo se strettamente necessario e tenere le finestre chiuse». E poi si raccomanda ancora «a scopo precauzionale» e sempre solo «alla popolazione di Mezzano, Glorie, Ammonite e Borgo Masotti, di consumare frutta e verdura raccolte in queste zone solo dopo averle lavate accuratamente e sbucciate (se sbucciabili)».
Come riassume il Comune, «In seguito all’incendio sono stati riscontrati nell’aria alcuni microinquinanti superiori ai valori di riferimento. La conseguenza principale può essere quella della loro ricaduta e deposizione su prodotti vegetali che possono entrare nella catena alimentare». Ci permettiamo di ricordare che il problema principale delle diossine che si volatilizzano nell’aria a causa dell’incendio è proprio quello di entrare nella catena alimentare in particolare con il ciclo della pioggia. E i primi dati diffusi da ARPAE non hanno escluso la presenza di diossine che, lo ricordiamo ancora una volta, sono inodori: «Il valore rilevato di diossine e furani (PCDD/DF) è pari a 0,4 pg/m3. Non ci sono valori normativi in materia, ma si tratta di un valore superiore ai valori di riferimento proposti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)». La rassicurazione che l’incendio faentino della Lotras avesse fatto registrare valori tre volte superiori non è di per sé confortante: l’allora procuratore di Ravenna lo aveva definito un incendio di proporzioni senza precedenti nella nostra zona! E nemmeno il fatto che per i primi dati almeno «La diossina più pericolosa per la salute (TCDD) sia risultata inferiore al limite di quantificazione» induce ad abbassare la guardia. E tanto meno giustifica la conclusione del comunicato del Comune per cui solo «Qualora necessario seguiranno ulteriori aggiornamenti».
Come Ravenna in Comune ritorniamo dunque a sollecitare il Comune affinché, nei confronti particolarmente della comunità mezzanese ovviamente più esposta, ma anche di quella di tutto il Comune:
- siano aggiornate costantemente le informazioni sull’esito delle indagini per accertare la presenza di diossine ed altri inquinanti, adottando con urgenza adeguati provvedimenti conseguenti;
- venga definitivamente chiusa la discarica di Mezzano e sia data informazione sul luogo di ridislocazione dei rifiuti che vi erano stati stoccati.