Si è svolta martedì 20 giugno l’assemblea annuale di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna, che riunisce sul territorio delle tre province oltre 3mila manager delle imprese produttrici di beni e servizi.
“Al centro della giornata – ha sottolineato Andrea Molza, presidente di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna – due temi che ci stanno a cuore, ovvero il ruolo di grande importanza che rivestono la responsabilità sociale d’impresa e la sostenibilità nel nostro modo di fare e gestire l’impresa, insieme alle implicazioni in termini di welfare e di wellbeing personale e aziendale”.
Il report di sostenibilità
Durante l’Assemblea è stato presentato il primo Report integrato di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna, curato da Sara Cirone Group Società Benefit.
Lo strumento di rendicontazione di sostenibilità è stato realizzato per tracciare un profilo dell’associazione ancorato agli SDGs, gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030, a documentazione dell’indirizzo impresso dalla presidenza Molza, proseguita per due mandati consecutivi dal 2017 al 2023.
Alla base il codice etico dell’associazione. Le donne e gli uomini che aderiscono a Federmanager si impegnano a osservare comportamenti ispirati a principi condivisi: lavoro come strumento di espressione e di realizzazione personale e sociale; indipendenza di giudizio, etica, assenza di conflitti di interessi; onestà, fiducia, lealtà e integrità; merito, competenza e responsabilità; conoscenza, esperienza e trasmissione di valori e saperi; diversità generazionale e di genere come patrimonio; attenzione all’ambiente, al territorio, alla crescita professionale e umana dei collaboratori; solidi canoni etici.
Gli eletti alle cariche sociali
A seguito delle elezioni elettroniche concluse nel mese di maggio, sono stati proclamati i 20 consiglieri per il triennio 2023 – 2026, tra i quali saranno nominati nelle prossime settimane presidente e vice presidenti: Andrea Barbieri, Luca Bergonzini, Donatella Bezzi, Franco Boccia, Sara Cirone, Sergio Consolini, Leonardo Dall’Osso, Nicola Gallazzi, Giovanni Giaco’, Eliana Grossi, Anna Mattioli, Massimo Melega, Sergio Menarini, Andrea Molza, Alberto Montanari, Erik Pettinicchi, Stefano Punzetti, Giovanni Rossato, Annarita Succi e Antonio Zangaglia.
Il convegno, focus sul rapporto tra etica e business
Terminati i lavori riservati agli associati, si è svolto il convegno Siamo fatti per il giardino, non per il deserto, una riflessione sul lavoro come strumento per far fiorire le persone e sull’importanza della spiritualità nel business.
Dopo l’intervento di Padre Natale Brescianini, monaco benedettino e Associated Certified Coach ICF, la più grande associazione professionale internazionale di coach, spazio alla tavola rotonda Il rapporto tra etica e business, alla quale oltre a Brescianini hanno preso parte, moderati da Andrea Molza, Andrea Moschetti, presidente FAAC e Giovanni Tamburini, presidente Banca di Imola.
Padre Natale Brescianini, da anni impegnato nella realizzazione di percorsi formativi che si rifanno alla Regola di San Benedetto: “Rileggendo in chiave moderna il motto benedettino ora, lege et labora, dobbiamo puntare a far sì che il tempo, tantissimo, che passiamo al lavoro, sia utile per la vita di tutti noi non solo dal punto di vista economico ma anche da quello personale, deve farci fiorire come persone e far fiorire il contesto in cui operiamo, i tempi e gli spazi che abitiamo e le relazioni che sperimentiamo. Voglio citare una frase del formatore Alberto Peretti di Ivrea, che ha respirato l’aria di Adriano Olivetti: ‘è vero che tutta la vita non deve essere lavoro, ma il lavoro deve essere vita’, cioè deve rispondere alle logiche che ci fanno sperimentare la pienezza di vita, senza limitarsi a mettere la persona al centro, ma ponendo l’attenzione ad avere persone centrate. E la centratura della persona ha a che fare con la consapevolezza, l’armonia interiore, l’equilibrio tra vita personale e vita lavorativa.”
Andrea Moschetti, presidente FAAC: “La carta dei valori del Gruppo FAAC riporta ai primi posti l’etica, il rispetto e l’attenzione per le persone. L’approccio etico riguarda i rapporti con i collaboratori ma anche con gli stakeholder esterni: clienti, fornitori, consulenti. L’attenzione per i collaboratori si declina nella parità di opportunità e trattamento, nel rigido rispetto di principi meritocratici e nella creazione di un ambiente di lavoro sano e gradevole. Il nostro intento, attraverso una diversificata e ricca offerta di welfare aziendale, è quello di rendere i collaboratori contenti ed al contempo cercare di alleviarli da alcune incombenze. Con questi ‘ingredienti’ abbiamo avuto la prova che anche le performances risultano migliori. Il Gruppo FAAC, come noto, grazie al proprio azionista (Arcidiocesi di Bologna), si configura come una sorta di unicum, una benefit company all’ennesima potenza, in cui la CSR Corporate Social Responsibility trova la massima espressione: tutti i dividendi vengono infatti destinati dall’azionista a fini caritatevoli e assistenziali.”
Giovanni Tamburini, presidente Banca di Imola: “L’attività bancaria si colloca fra le attività d’impresa che più richiedono un’etica professionale profonda, perché opera in una sfera molto delicata, dove bisogni personali ed aziendali s’intrecciano con regole che devono disciplinare in maniera rigida cosa si può e cosa non si può fare, come sancisce l’art. 47 della Costituzione”.
Premiati “fedeltà” e impegno
La giornata ha visto anche la consegna dell’attestato di benemerenza e fedeltà agli iscritti al Sindacato da oltre 50 anni Antonio Bonacini, Danilo Faglioni, Franco Mantovani, Mario Musiani, Enrico e Paolo Parisini.
Inoltre, è stata consegnata al giovane studente Luca James Scaglione, classe 2008, di Ravenna, la Borsa di Studio Intercultura “Federmanager Bologna- Ferrara-Ravenna in memoria di Francesco Longo”, per dare la possibilità al vincitore di partire alla scoperta di una destinazione estera, nel caso specifico il Canada, frequentando un corso in lingua.
Il programma si svolge in collaborazione con Intercultura, Onlus che da oltre 60 anni promuove il dialogo interculturale attraverso programmi di scambi internazionali che coinvolgono migliaia di giovani e famiglie in tutto il mondo.