“Lo stato di grave crisi ambientale del Canale di bonifica in destra di Reno è uno dei tanti effetti rovinosi delle rotte fluviali che dalle brecce apertesi nei corpi idrici pensili regionali hanno riversato nel sottostante bacino scolante dei canali un enorme volume d’acqua, stimato in circa 400 milioni di metri cubi. L’acqua fuoriuscita dai fiumi è affluita ai sottostanti canali di bonifica senza passare attraverso un processo di depurazione da parte del servizio idrico integrato i cui impianti, al pari di tutte le altre infrastrutture colpite dall’evento, sono stati gravemente danneggiati. Nel percorso dai fiumi fino ai canali le acque hanno attraversato piazzali di attività produttive, oltre che reti fognarie urbane, ricevendo prevedibilmente in questo transito carichi inquinanti.
Nella funzione di supplenza che hanno dovuto svolgere nel condurre a mare le portate dei corpi idrici naturali, i canali di bonifica si sono fatti carico di allontanare anche le acque che per vari giorni, a causa della morfologia del territorio, hanno ristagnato nelle aree più depresse della provincia di Ravenna.
Il Consorzio di bonifica ha attivo un servizio di reperibilità che copre le 24 ore per 365 giorni all’anno, che risponde al numero 348 3513011. Nessuna chiamata è pervenuta a questo numero per segnalare la moria di pesci nel Canale di bonifica in destra di Reno che, comunque, era da subito ben nota agli operatori dell’ente che, oltre a essere reperibili, sono in servizio continuo nell’intero arco della giornata dallo scorso 2 maggio, quando si è verificata la prima rotta del fiume Sillaro. Dopo aver inoltrato la segnalazione il giorno 5 giugno, nella successiva giornata di martedì 6 giugno, il Consorzio ha attivamente collaborato con il Comune di Ravenna e Arpae nelle operazioni di posa di reti e panne per intercettare e raccogliere il pesce morto presente nel canale e nell’affluente “Scaricatore 1° bacino Mandriole”, a monte della statale Romea. Questo intervento era l’unico possibile per contenere gli effetti del problema ambientale del Destra Reno e, nel contempo, mantenere la continuità di deflusso lungo il canale, senza la quale vi sarebbero state drammatiche conseguenze in termini di rischio idraulico.
Si smentisce integralmente l’affermazione che “nel Canale di bonifica in destra di Reno da 40 anni non si fa manutenzione”. Il collettore generale è oggetto ogni anno di un intervento di manutenzione ordinaria costituito dallo sfalcio delle pertinenze di bonifica. A più riprese sono stati eseguiti anche interventi di riprese di frane nelle scarpate del canale, finanziati in parte con risorse proprie dell’ente e in parte dalla Regione Emilia-Romagna. Il Consorzio ha, inoltre, ottenuto un finanziamento per lavori più estesi di ripresa di frane nel tratto compreso tra il ponte Cilla e la statale Romea. Alla luce dei danni arrecati al reticolo di bonifica dalle rotte fluviali, l’intervento nel Destra Reno dovrà prevedibilmente assumere dimensioni maggiori di quello programmato.
È altrettanto totalmente infondata la notizia che il Destra Reno avrebbe perso tre metri di profondità utile sui cinque che aveva in origine e che, per questo motivo, avrebbe ridotto la sua funzionalità di scolo. Il collettore generale è stato oggetto di un monitoraggio morfologico, comprendente rilievi plano-altimetrici nell’intera asta del canale, finanziato dalla Regione ed eseguito dal Consorzio nel 2001. Nel 2007 l’ente ha commissionato uno studio idraulico e nel 2011 è stato effettuato un rilievo di dettaglio nel tratto alla foce. Da tutti questi studi non è mai emersa le necessità di provvedere a un’escavazione del fondo del canale, mentre la criticità più importante che è stata evidenziata è la perdita di pendenza utile causata dal fenomeno della subsidenza.
Per questo motivo, sin dall’esecuzione del primo monitoraggio, il Consorzio ha inserito nelle proprie schede di programmazione triennale dei lavori pubblici l’intervento di riprofilatura complessiva del Canale di bonifica in destra Reno. Si tratta di un’opera dal costo ingente che, per i vincoli imposti dalle norme di legge in materia di bonifica, può essere realizzata solo se viene concesso un finanziamento pubblico. L’invito del Consorzio a tutti i rappresentanti delle istituzioni è pertanto quello di cooperare con l’ente nel sensibilizzare i competenti organo dello Stato sull’esigenza imprescindibile di finanziare l’opera programmata.”