“È morto Silvio Berlusconi. Se Forattini “celebrò” tanti anni fa la fine di La Malfa disegnando un guscio vuoto di tartaruga, l’immagine più adatta per il vecchio caimano è figurarselo ormai immobile a pancia in alto. Fino a qualche anno fa si aggirava un signore per Ravenna che ogni qualche minuto, d’improvviso, se ne usciva fuori con il grido “È morto Berlusconi”. Finzione e realtà, sempre compresenti nella figura di Berlusconi, si sono confuse per un’ultima volta.
Che finisca un’epoca per la nostra Repubblica è un dato di fatto: molte italiane e molti italiani da quando hanno iniziato a votare sempre han dovuto leggere il nome di Berlusconi sulla scheda. Salvo per i 6 anni in cui ha dovuto subire la illeggibilità in forza di qualche condanna tra i tanti procedimenti che gli è riuscito di schivare nei decenni. Per reati spesso gravissimi.
Lasciamo ad altri le lacrime di coccodrillo per la vicenda umana del vecchio caimano. Per quanto riguarda la politica, unico terreno su cui ci esprimiamo, nessun rimpianto da parte nostra. Ha riassunto in sé gran parte della peggior politica degli ultimi decenni ed è servito come “nemico” a chi pur condividendone il liberismo poteva raccontare grazie a lui la storiella di una presunta diversità. Il centrosinistra si è alternato al centrodestra senza che nessuno si accorgesse della differenza nonostante le parole infiammate che le due parti si scambiavano. Centrosinistra e centrodestra hanno provato a demolire la Costituzione venendo qualche volta fermati dai referendum. Per il resto, dire che quella che si è conclusa è una fase politica identificabile sotto il nome di Berlusconismo corrisponde alla realtà storica.
Non ci aspettiamo che la morte del cosiddetto “cavaliere” cambi qualcosa nel giochino per chi urla al pericolo delle destre per poi mimarne il comportamento non appena al governo. Vale a livello nazionale (e vale a livello locale. Più che le parabole degli uomini politici (e delle donne, purtroppo, perché il genere da solo non garantisce nulla) potranno fare, forse, le batoste climatiche che via via si stanno facendo più frequenti e pesanti. Nonostante la grancassa mediatica che amplifica le fake news di centrodestra e centrosinistra, come ancora in questi giorni, a forza di disastri un numero sempre maggiore di cittadine e cittadini auspicabilmente prenderà coscienza della indispensabilità del cambio di paradigma. Come Ravenna in Comune ci auguriamo di essere ancora in tempo.”