Per rinascere in Romagna servono risposte rapide, precise e speciali. Il colpo inferto dall’alluvione all’economia e alle popolazioni è stato particolarmente duro e oltre ai provvedimenti che già si sono deliberati a livello regionale e nazionale, servono interventi strutturali.
Così il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri che rilancia una serie di richieste, mentre si delinea con sempre maggiore chiarezza l’imponenza del disastro.
Si chiede l’azzeramento dei contributi sulle giornate già pagate agli operatori agricoli e non solo sospensione, fiscalità agevolata a tutti i livelli nelle zone dell’entroterra collinare e montana totalmente disastrate a causa delle frane e dei collegamenti interrotti, la possibilità di utilizzare il 110% con la cessione del credito per intervenire su immobili danneggiati.
“Se pensiamo alla montagna chiediamo che quei territori possano essere considerati zone economiche ‘speciali’ – precisa Neri – con fiscalità agevolata a tutti i livelli, trasporti gratuiti per gli studenti, riduzione Irpef. Solo così potremo sperare che questa catastrofe non rappresenti la fine per un territorio già a rischio molto elevato di spopolamento. Servono agevolazioni speciali per favorire la permanenza di chi vi abita e eventualmente per attrarre imprese a trasferirsi”.
Confcooperative rilancia anche sul fronte degli interventi edilizi: “Il 110% ha una sua fondatezza, aldilà delle critiche sollevate, soprattutto se viene utilizzato in situazioni specifiche – prosegue Neri – La Romagna alluvionata è una situazione specifica che potrebbe trarre vantaggio da questa misura con la cessione del credito alle banche sia per le abitazioni, sia per immobili industriali e agricoli danneggiati”.
Confcooperative Romagna nel frattempo ha avviato una ricognizione dei danni tra le cooperative aderenti e prosegue nella raccolta fondi in solidarietà dei soci e delle imprese alluvionate.