«Credo che nessuno muoia/credo che l’anima in realtà/divenga un’ombra/e al culmine del suo vagare/si adagi ai piedi/d’un fiore non visto». Si tratta della prima parte d’una poesia scritta da Carlo Bramanti e citata da Riccardo: una delle tantissime persone che hanno deciso di aggiungere un pensiero di speranza sulla pagina di crowdfunding www.insiemeachicura.it alla propria donazione in favore della raccolta fondi organizzata da IOR e IRST in memoria di Silvia Ruscelli e Ugo Beltrammi, i due coniugi scomparsi in un incidente motociclistico nella zona di Riva del Garda mentre si recavano al concerto di Vasco Rossi.Un evento profondamente drammatico e ingiusto che ha generato un’ondata di dolore e costernazione che ha investito non solo la Romagna, dove i due erano nati e risiedevano, ma tutta Italia, sensibile alla tragedia che ha colpito la famiglia dei ragazzi di Sarsina, in primis le figlie Giulia, Marta ed Irene.
«Un gesto dopo l’altro e si crea un unico abbraccio. Che duri finché ne avrete bisogno», è l’augurio che ha lasciato Michela alle tre bimbe rimaste prematuramente orfane di entrambi i genitori. La sensazione chele 3635 persone che hanno donato a favore del futuro delle giovani, si siano unite in una calorosa stretta di conforto è forte dalle dediche che emergono, nella frustrante consapevolezza che nulla di quanto elargito potrà mai sostituire le figure di una madre e di un padre: ma, come scrive Flavia, «non possiamo riportarvi indietro, ma possiamo aiutare i vostri tre angeli ad andare avanti». E un aiuto, soprattutto in mezzo ad un mare di sofferenza, non è mai inutile, soprattutto verso coloro che, come Silvia, afferente all’equipe di Patologia Gastroenterica dell’IRST di Meldola e di stanza presso il distaccamento dell’Ospedale “Bufalini” di Cesena, hanno dedicato la propria vita a sostenere gli altri nei momenti più complicati: quelli della malattia oncologica.
L’iniziativa si è conclusa con un contributo a favore di Giulia, Marta ed Irene di 267.000 euro: 210.550 raccolti dall’Istituto Oncologico Romagnolo, 5.000 donati dall’organizzazione no-profit mentre i restanti 51.450 sono stati raccolti direttamente dagli amici di Silvia ed Ugo. «Si tratta di una cifra molto importante per un crowdfunding cui hanno preso parte tantissime persone – spiega il Presidente IOR, Luca Panzavolta – sentiamo quindi di avere il dovere di rendicontare, per ovvi obblighi di trasparenza, come questi soldi verranno messi a disposizione delle ragazze. Insieme all’avvocato delle famiglie Beltrammi e Ruscelli, avv. Eros Titi, e ai notai avv. Marco Maltoni e dott.ssa Cristina Scozzoli, abbiamo disposto la creazione di tre trust intitolati a Giulia, Marta ed Irene, in cui versare una cifra di 89.000 euro ciascuna: l’esatto ammontare della raccolta diviso in parti uguali.
Le figlie di Ugo e Silvia ne avranno la gestione diretta a partire dal ventisettesimo anno d’età: prima di quella data i beni saranno affidati a Beatrice Casacci e Alessandro Freschi, amici intimi di famiglia, che in qualità ditrustee hanno accettato di amministrarli congiuntamente nell’esclusivo e precipuo interesse delle ragazze. Guardiano dei tre trust sarà l’avvocato delle famiglie, avv. Eros Titi, che avrà potere di controllo, direzione ed istruzione sulle decisioni dei suddetti trustee. Riteniamo con questa formula di aver vincolato nella maniera più idonea e utile i fondi che abbiamo raccolto e garantire a Giulia, Marta ed Irene un futuro il più possibile sereno e che dia loro ogni possibilità di realizzarsi, sia in termini formativi che professionali, raggiungendo ciascuna in base alle proprie aspirazioni i traguardi che si porranno, nella certezza che il fulgido esempio rappresentato dai loro genitori funga sempre da stella polare nelle scelte che effettueranno».
Due parole sullo specifico della raccolta fondi arrivano dal Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi: «Nemmeno noi, quando ci è stato proposto dal prof. Giovanni Luca Frassineti, che della unità operativa di Silvia è il Responsabile, e dai suoi colleghi, questo crowdfunding, avremmo mai pensato che sarebbe stato così partecipato. Il segreto, se ce n’è uno, sta tutto nelle parole di chi, oltre ad una donazione, ha voluto lasciare un pensiero per questa giovane coppia sfortunata. Chi conosceva Silvia ha usato parole che fanno comprendere immediatamente come fosse esattamente il tipo di medico che chiunque riceva una diagnosi di cancro vorrebbe al proprio fianco. “Ti abbracciava senza toccarti, ti sorreggeva con uno sguardo e una parola. Te ne andavi dimenticandoti di essere stato in ospedale e ritrovavi la voglia di essere umano”, scrive Loris. “Ti ho incontrata nel momento più difficile della mia vita e come un angelo non mi hai mai lasciato la mano”, aggiunge Elisa. “Mi sembra di averti lì davanti, durante uno dei controlli che facevo da due anni. Il tuo sorriso lo cerco ovunque quando vado nel reparto a Cesena”, ricorda Gisella. Potremmo andare avanti, aggiungendo anche i ricordi dei colleghi o anche di chi, pur non conoscendo la coppia, è rimasta scossa dal loro infelice destino. Il senso di una tragedia di questo tipo purtroppo ci sfugge: possiamo solo fare del nostro meglio per chi rimane. Spero che Giulia, Marta e Irene capiscano che noi dello IOR e i 3635 donatori che ci hanno seguito in questa iniziativa siamo e saremo sempre loro vicini».
«Silvia è stata per noi un’amica speciale per il suo modo di porsi nella sua normalità al servizio dei nostri malati e per come manifestava il suo entusiasmo e la sua gioia di vivere – spiega il Primario del Gruppo di Patologia per cui lavorava la dott.ssa Ruscelli, il prof. Giovanni Luca Frassineti – amava il suo lavoro e le persone che si rivolgevano a lei. Se c’era bisogno lei c’era, e c’era per tutti. Quante volte arrivava all’inizio di una riunione trafelata, e le giustificazioni erano sempre più o meno le stesse: “Sai, è arrivato un paziente a mezzogiorno, aveva bisogno, l’ho fatto aspettare, mica potevo mandarlo via”, oppure “stamattina han chiamato due pazienti, li ho aggiunti alle visite odierne”. Era fatta così: allegra, solare, sempre disponibile, con mille interessi. Silvia non c’è più: Silvia ed Ugo ci saranno sempre nei nostri cuori e nei nostri ricordi. Aiutare le loro figlie a realizzare sogni e desideri rimarrà una responsabilità per la nostra comunità».
«Io e Alessandro siamo amici di Ugo e Silvia da quando eravamo bambini – spiega Beatrice Casacci, trustee dei trust intitolati a Giulia, Marta ed Irene insieme ad Alessandro Freschi – abbiamo condiviso con loro tutte le tappe più importanti della nostra vita. Sono stati per noi compagni di viaggio, di avventure, di sogni e di speranza. In ogni circostanza non hanno mai fatto mancare la loro presenza, nelle difficoltà e nelle gioie che la vita ti può dare. Insieme, abbiamo visto nascere e crescere le nostre figlie: un profondo senso di appartenenza ci lega a loro. Essere stati parte della loro famiglia ci fa sentire ancora di più oggi uniti da un forte legame. Il nostro desiderio più grande è quello di poter accompagnare insieme alle loro famiglie, Giulia Marta e Irene, nel cammino delle loro vite. Continuare a vederle crescere, credere nei loro sogni e vederli realizzati, è ciò che guida il cuore nelle nostre azioni».
«Il bene fatto, l’amore donato in questa vita resteranno per sempre: è stato talmente tanto da raggiungere anche le persone che non vi conoscevano direttamente», scriveva Stefania il 26 maggio, appena il giorno successivo che l’iniziativa di raccolta fondi partisse ufficialmente, quando ancora era impensabile che il crowdfunding potesse anche solo avvicinarsi ai 267.000 euro raggiunti. Poco meno di due mesi dopo quelle profetiche parole arriveranno donazioni da Borgarello in provincia di Pavia; da Austis, borgo di 757 abitanti in provincia di Nuoro; dalle spiagge calabresi di Roccella Ionica; persino da Madrid. Il lascito di Silvia ed il ricordo di Ugo «sono già il motore di una forza d’amore nuova», per usare le parole di Barbara: la speranza è che possa ispirare, guidare, illuminare Giulia, Marta e Irene nel loro cammino.