L’obiettivo è mettere in campo tutte le azioni possibili e le risorse necessarie. Tra le misure, quella di installare o ammodernare le recinzioni antintrusione per bloccare l’avvicinamento dei cinghiali agli allevamenti di suini, e finanziare la prevenzione da fauna selvatica.
Sono 63 le imprese pronte ad intervenire grazie al finanziamento dalla Regione con un contributo di oltre 1,7 milioni attraverso un apposito bando chiuso a fine febbraio. Di queste, 19 sono a Reggio Emilia, 16 a Modena, 7 a Piacenza e Bologna, 8 a Ravenna e 3 a Forlì-Cesena e Parma. La spesa degli interventi, che complessivamente supera i 2,5 milioni di euro, è da sostenere entro il 31 dicembre 2023.
Gli interventi riguarderanno la progettazione, l’acquisto e la messa in opera di recinzione antintrusione perimetrale, esterna all’area di allevamento, con pali, ma anche l’adeguamento e/o completamento delle recinzioni perimetrali già esistenti degli allevamenti in stalle per renderle conformi ai requisiti tecnici.
Inoltre, in questi giorni gli uffici regionali stanno definendo con gli enti territoriali e le polizie provinciali l’utilizzo di ulteriori fondi straordinari che la Regione ha stanziato con l’approvazione della legge regionale 17/2022: sono state individuate risorse per ulteriori 500mila euro, che serviranno a realizzare piani di controllo per la riduzione dei cinghiali presenti sul territorio. Nel 2022 le attività venatorie e i piani di controllo hanno portato a una riduzione di oltre 30mila cinghiali sul territorio, il dato più alto di sempre in Emilia-Romagna.
Nel frattempo, è stato pubblicato il bando per i contributi alle imprese agricole per la prevenzione dei danni da fauna selvatica: a disposizione altri 3 milioni di euro.
“Vogliamo scongiurare in ogni modo le gravissime ripercussioni economiche e sociali che potrebbero verificarsi qualora la malattia si diffondesse in Emilia-Romagna, con importanti ricadute anche sull’intera economia nazionale; danni che già oggi sono valutati in 20 milioni di euro al mese per le mancate esportazioni ma che potrebbero aumentare esponenzialmente su tutta la filiera se il virus dovesse estendersi ulteriormente” ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi.
La richiesta la Governo
Nei giorni scorsi, la Regione ha sollecitato l’impegno del Governo con una lettera indirizzata ai ministri della Salute e dell’Agricoltura (rispettivamente Orazio Schillaci e Francesco Lollobrigida). La lettera, firmata da Mammi insieme al collega Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, contiene tre richieste precise.
La prima riguarda l’avvio immediato del percorso per l’installazione del tratto di recinzione di circa 28 chilometri, per il quale la Regione ha assegnato al Commissario nazionale le prime risorse di 1,9 milioni di euro lo scorso dicembre. Quest’installazione consentirebbe di delimitare l’area infetta, attuando le misure necessarie all’interno e all’esterno della zona individuata.
La seconda fa riferimento alla necessità di attuare un piano di eradicazione nazionale della Peste Suina Africana (PSA) che si dimostri concreto, rapido e adeguatamente finanziato. Un piano che abbia valore nazionale per un problema che non ha confini amministrativi e ha preso il via oltre un anno fa tra Piemonte e Liguria. Servono le risorse necessarie alla realizzazione del progetto di recinzione nella sua interezza (necessari, solo per l’installazione dei restanti 200 chilometri circa di recinzioni, ulteriori 18 milioni di euro).
La terza istanza è la piena disponibilità a collaborare per affrontare insieme il problema della PSA nell’interesse nazionale, chiedendo che siano attuate rapidamente tutte le azioni in grado di consentire l’eradicazione della malattia, per le quali serviranno ulteriori finanziamenti.