“La Giunta de Pascale deliberò il 28 dicembre 2021 e il 19 gennaio 2022 l’“armonizzazione” degli orari per l’accesso dei veicoli di trasporto merci nelle aree pedonali (AP) e nelle Zone a Traffico Limitato (ZTL) del centro storico di Ravenna. L’ordinanza, che le ha dato esecuzione soltanto il 17 ottobre 2022, ha stabilito che tali veicoli, muniti di contrassegno TM e T, possono circolare nelle ZTL, e sostarvi unicamente per le operazioni di carico e scarico, dalle 3:00 alle 10.00 e dalle 14:00 alle 16.00. Nelle rare aree pedonali l’unica fascia concessa è dalle 3.00 alle 10.00.
La Giunta stessa si è poi parzialmente corretta, escludendo da tali limiti, con deroga in corso dal 14 dicembre 2022, i veicoli che trasportano derrate rapidamente deperibili in regime di temperatura controllata (furgoni isotermici o coibentati) o merci alimentari deperibili. Il sistema continua però a produrre disagi anche rilevanti per i commercianti , che si aggiungono alle note difficoltà che spesso ne mettono a prova la sopravvivenza delle attività.
Più volte Lista per Ravenna ha osservato come, piuttosto che applicare una drastica, quanto facile riduzione degli orari, sarebbe stato doveroso introdurre una serie di interventi strutturali, com’è avvenuto, tra l’altro, nelle numerose città italiane che hanno realizzato piattaforme logistiche specifiche (“transhipment areas”) per il trasbordo dei carichi merci dai veicoli invasivi ed inquinanti ad altri di piccola dimensione e con impatto ambientale sostenibile, ammessi a circolare nei centri storici senza capestri.
Nel frattempo, le due fasce orarie concesse a Ravenna sono tali da restringere le operazioni di carico/scarico delle merci ad appena un’ora la mattina e a trenta minuti il pomeriggio rispetto ai comuni orari di apertura dei negozi. Mantova concede dalle 6:00 alle 21:00, Ferrara dalle 6:00 alle 11:00 e dalle 15:00 alle 17:30, per non dire di Rimini e Pesaro che non pongono limitazioni di orario. Non si vuole prenderne esempio, ma solamente che si rifletta sulla necessità di applicare una maggiore duttilità al taglio selvaggio indistinto con cui si è preteso di “armonizzare”, con un dispositivo pari a due righe di carta stampata, la complessità del trasporto merci nel centro storico. Fasce orarie così ristrette possono ragionevolmente essere imposte ai veicoli pesanti e ai corrieri di grandi dimensioni, mezzi cioè con rilevante pieno carico; ma le piccole aziende insediate nel centro storico, prevalentemente dotate di auto o furgoncini di piccole dimensioni e con un impatto ambientale modesto. non possono essere trattate allo stesso modo. Bisogna poi estendere le piazzole di carico e scarico, tanto insufficienti, quindi rapidamente occupate, rispetto a limiti orari così draconiani, da non riuscire a parcheggiare a ragionevole distanza dal luogo di carico o scarico, senza che fiocchino multe, anche se si tratta spesso di brevi soste per compiere consegne a domicilio o da un esercizio commerciale ad un altro.
Al di là della benché minima capacità o volontà di programmazione degli investimenti e degli interventi, prima ancora delle misure prive di un minimo di flessibilità ed elasticità, emerge la non velata determinazione di usare il pugno di ferro verso i piccoli/medi commercianti del centro storico, già vessati dalle restrizioni alla circolazione stradale, dal proliferare dei centri commerciali e dei supermercati in ogni parte e dall’inasprimento della leva fiscale e tributaria, imponendo loro orari impossibili per esercitare il proprio abituale lavoro. Anziché cogliere l’obiettivo di “armonizzare” gli orari di accesso del trasporto merci, si sono semplicemente penalizzati gli esercenti.
Il 10 aprile scade la deroga concessa al trasporto delle merci deperibili. Si colga l’occasione, anziché prorogarla e basta, di riflettere più in generale, dopo sei mesi di sperimentazione dell’ordinanza generale, su come almeno correggerla per renderla più equa e praticabile. Si confida che le associazioni del commercio siano disponibili al necessario confronto con la Giunta comunale. Sempre nella ventennale attesa delle piattaforme logistiche.”