“Un’ulteriore spallata al Museo d’Arte (MAR) della nostra città, quella inferta dall’ennesimo taglio di fondi previsto a bilancio dalla Giunta de Pascale.
I fondi tagliati, in buona parte, andranno ad aumentare il già cospicuo contributo annuo che il Comune di Ravenna garantisce alla Fondazione Ravennantica.
Da tempo chiediamo che si inauguri un nuovo corso per le politiche culturali, abbandonando la fallimentare gestione dell’ex Assessore Elsa Signorino.
Occorre “designolirizzare” subito la cultura ravennate ed imboccare la strada del cambiamento, del rilancio del Mar e del più deciso sostegno alla Biblioteca Classense. Ed è altresì necessario agire per ridurre in maniera cospicua il sostegno del Comune a quelle attività che non producono alcuna utilità per Ravenna: prima fra tutte Ravennantica.
E’ questo ciò che chiediamo al neo Assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia, al quale riconosciamo uno stile diverso rispetto alla precedente inquilina dell”Assessorato Elsa Signorino, caratterizzato dal rispetto nei confronti dell’opposizione. Condizione piuttosto rara tra i membri della Giunta de Pascale, a partire dallo stesso sindaco.
A proposito delle risorse comunali, con le scelte della Giunta Pd del Sindaco de Pascale contenute nel bilancio di previsione 2023, a sostegno delle attività del Mar vengono assegnati solo 280.000 euro: una riduzione vertiginosa se si considera che la quota dell’anno precedente si assestava su una cifra già risicata di appena 400.000. Uno stanziamento ridicolo che assesta il colpo di grazia al Museo d’Arte della Città e che continua nel solco tracciato dall’ex assessore Signorino, teso a depauperare il MAR da qualsiasi possibilità di rilancio in favore di Ravennantica.
Un Museo – quello della nostra città- che fino alla conclusione della gestione del Prof. Claudio Spadoni, godeva di credito e notorietà nell’ambito culturale nazionale e persino mondiale. Una stima che gli ha permesso, negli anni, di organizzare mostre di notevole richiamo anche per i turisti.
Ma la scure del Pd e del Sindaco de Pascale si abbatte impietosamente anche sulla prestigiosa Biblioteca Classense.
Per la Classense, infatti, i tagli ammontano a 340.000 euro portando così la dotazione finanziaria a 800.000 euro. A fronte dei 900.000 Euro per l’inutile carrozzone Ravennantica, per la quale la Signorino è sempre stata generosa di attenzioni e di denari comunali per coprire i buchi di bilancio, Mar e Classense vengono fortemente penalizzati se non addiritura puniti.
Come definire il fatto che metà dei già modesti incassi del MAR vadano a Ravennantica, se non con la parola inaccettabile?
E cosa dire che 200.000 euro degli 800.000 euro previsti per la Biblioteca Classense, vadano a Ravennantica per la gestione del Museo Classis e di Casa Dante?
I tagli spropositati al MAR si riverberano sul calendario 2023 in maniera evidentissima. E non ci sono nemmeno dettagli sulla già annunciata mostra di Burri, che resterà con ogni probabilità un episodio isolato. E poi, la strombazzata valorizzazione delle opere raccolte del Mar: un’iniziativa che in linea di massima sarebbe anche positiva. Tutto sta nel capire quale modalità verrà adottata.
Perché se la valorizzazione avverrà sulla falsa riga del ‘riallestimento’ messo in opera dalla Conservatrice del Mar, si assisterebbe all’ennesimo affossamento del patrimonio museale con scelte e accostamenti senza capo né coda. A questo proposito ricordiamo le critiche piuttosto decise espresse da Serena Simoni.
C’e poi da dire che anche con poche risorse si potrebbe riuscire a realizzare un’attività espositiva dignitosa. Al Mar è già successo in passato, quando si allestivano annualmente grandi mostre e si organizzavano antologiche di noti artisti a costo zero: a coprire i costi ci pensavano collezionisti, editori di cataloghi, sponsor privati. Con beneficio anche per il patrimonio del Museo d’arte della Città perché in diversi casi gli artisti lasciavano in donazione un’opera.
Ma per realizzare questo occorrono conoscenze, professionalità e una credibilità che il Mar ormai ha dissipato.”