L’avvio del pompaggio dal fiume Po all’impianto Palantone, per l’invaso dell’Attenuatore del fiume Reno, ha ufficialmente sancito, quest’oggi, l’inizio della stagione irrigua per il CER, Canale Emiliano Romagnolo, dopo la sospensione dell’intera operatività sui grandi cantieri e al termine delle manutenzioni ordinarie, avvenuto la scorsa settimana, sui propri impianti di sollevamento.
Attualmente però le previsioni non sembrano delle più rosee: “I dati evidenziano come le altezze idrometriche del Fiume Po, in corrispondenza dell’opera di presa, ricalchino similmente l’andamento osservato nel 2022, con una tendenza in lieve calo – conferma Raffaella Zucaro,direttrice generale del CER e coordinatrice di ANBI Emilia-Romagna –: questo potrebbe portare ad una situazione di criticità analoga a quella dello scorso anno quando, proprio nella fase in cui stavamo operando a circa un terzo della nostra concessione per la derivazione della risorsa idrica, il livello di Palantone aveva toccato il nuovo minimo storico di 2,33 metri sul livello del mare”.
Dopo Palantone si procederà in successione, già in questi giorni, con l’accensione delle pompe negli impianti Crevenzosa, Pieve di Cento e Saviomentre, entro la prima settimana di marzo, il CER sarà in grado di distribuire acqua dal Po al torrente Pircio, a 150 chilometri di distanza dal Grande Fiume, per gli associati agricoli, industriali e per l’uso civile. Per il lungo tratto (circa 50 chilometri) che va dal torrente Sillaro al fiume Savio, il canale risulta invece già invasato, grazie agli apporti idrici invernali dei torrenti Santerno e Senio attraverso i relativi canali dei mulini.
“Una notizia che, almeno in parte, ci conforta, ripensando agli sforzi corali dei nostri uffici tecnici lo scorso anno – sottolinea Nicola Dalmonte, presidente del Canale Emiliano Romagnolo –, quando il CER è riuscito a fornire l’acqua all’agricoltura anche in condizioni di severità idrica così drastiche effettuando manovre di presa soltanto con due delle quattro pompe idrovore di Palantone”.
Sforzi che l’ente seguita a profondere, impegnato nella ricerca di nuove e più efficienti soluzioni volte ad un’irrigazione sostenibile in grado di non sprecare una sola goccia di risorsa: tra queste, le ricerche portate avanti da Acqua Campus,polo tecnico scientifico targato ANBI-CER, grazie a progetti come SUPERIRRIe PRATISMART o all’implementazione di servizi quali IRRINET e IRRIFRAME.
Il CER (Canale Emiliano Romagnolo) è una delle più importanti opere idrauliche italiane sia per la sua lunghezza che per l’importanza del progetto, assicurando l’approvvigionamento idrico delle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna: un’area tra le più produttive a livello internazionale sotto il profilo industriale ed agricolo; il territorio interessato dal sistema del CER ha una superficie di 336 mila ettari, di cui 227 mila ettari costituiti da superficie agraria e, di quest’ultimi, 158 mila ettari attualmente irrigabili con opere di distribuzione canalizzate.