“Le organizzazioni sindacali contestano un comportamento analogo a quello del padrone privato da parte della Amministrazione Comunale. Ovvero la non omogeneità di trattamenti contrattuali nei confronti di lavoratrici e lavoratori a dispetto dell’identità di mansione svolta. Si tratta del personale educativo impiegato in nidi e materne dove spicca la differenza tra quello di cooperativa rispetto a coloro che svolgono il medesimo ruolo a seguito di assunzione tramite concorso comunale. Stando ai sindacati la problematica concerne la «pari dignità per chi svolge lo stesso lavoro anche se in ambiti diversi, sempre presso Nidi Comunali, siano essi convenzionati o no». Questa, già oggetto di confronto con il competente assessorato, si è ripresentata in occasione dell’ultimo appalto dei Nidi e Materne del Comune di Ravenna. E ha visto il permanere della contrarietà del sindacato rispetto alle risposte ricevute dall’Amministrazione Comunale.
Quello della dignità del lavoro e del riconoscimento di una equa retribuzione sono temi che per Ravenna in Comune risultano, più ancora che fondamentali, addirittura costitutivi della nostra ragione di esistenza come soggetto politico. E la ragion d’essere di un soggetto pubblico, a sua volta, dovrebbe essere quella del ruolo guida in ambito di lavoro rispetto ai comportamenti tenuti dai soggetti privati nei confronti di lavoratrici e lavoratori. Non può essere invece che il pubblico imiti il privato nel ruolo di datore di lavoro.
Fermo restando che ogni volta possibile i servizi esternalizzati dovrebbero essere invece direttamente ricondotti alla dimensione pubblica, non è comunque ammissibile, nelle more di ciò, leggere quanto segue da parte dei rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori:
«Le organizzazioni sindacali hanno più volte incontrato l’amministrazione comunale per sensibilizzare e porre all’attenzione queste tematiche che ormai da decenni affliggono il personale di cooperativa: personale che, oltre a svolgere la stessa mansione con uno stipendio quasi dimezzato, si vede costretto a condizioni di lavoro inadeguate all’importanza del suo ruolo, centrale e fondamentale per la cura e la passione che dedica ai bambini, che saranno il futuro della nostra comunità e che sarebbe diseducativo porre dinnanzi a tali disparità».
Ravenna in Comune invita il Sindaco e l’Assessora competente ad una immediata inversione di rotta, essendo il comportamento attuale destituito di giustificazione alla luce della denuncia sindacale. Sia la cittadinanza che le lavoratrici e i lavoratori coinvolti restano in attesa di un sollecito riscontro. Nell’attesa, per cortesia, ci risparmi de Pascale il vuoto dibattito sull’inserimento o meno del termine “lavoro” nell’intitolazione del suo partito.