“Chiediamo le immediate dimissioni della Dirigente al Turismo Maria Grazia Marini e dell’Assessore al Turismo Giacomo Costantini per la gestione dell’appalto degli uffici di informazione e di assistenza turistica comunali la prima e per le inaccettabili dichiarazioni rese alla stampa il secondo.
Partiamo da Costantini e dalle dichiarazioni da lui rilasciate alla stampa locale in merito alla vicenda dell’appalto degli IAT ravennati: esternazioni sono a dir poco imbarazzanti.
Cosi come lo é la gestione della procedura dello stesso appalto, messa in opera dalla dirigente comunale al Turismo Maria Grazia Marini.
Per quanto riguarda Costantini c’è da rimanere esterrefatti nel leggere come non percepisca affatto la gravità dei rilievi che il Tar evidenzia nella sua recente sentenza contro il Comune di Ravenna.
L’illegittimità degli atti redatti dal servizio Turismo del nostro Comune é sentenziato proprio dal Tar, che impone alla nostra amministrazione di annullare tutti i suddetti atti, riportando di fatto la gestione degli Iat in mano al precedente conduttore.
E non é certo cosa di poco conto se si considera che tutto questo pasticcio é stato messo in piedi da una dirigente pubblica (insieme a da 2 commissari di gara) che percepisce un compenso lordo annuo di poco meno di 70.000 € al quale si somma il premio annuale di circa 7.000 €.
Ma su questa incresciosa vicenda sono presenti, oltre alle illegittimità chiaramente rilevate dal Tar, anche aspetti che possono avere rilevanza penale e profili di danno erariale.
Nella gestione dell’appalto per i prossimi 3 anni degli uffici Iat, noi de La Pigna avevamo sin da subito individuato diversi aspetti poco chiari, tanto da arrivare a richiedere una seduta dedicata della commissione consiliare Turismo, insieme ai gruppi consiliare Lega-Salvini Premier, Fratelli d’Italia e Viva Ravenna, a settembre.
Seduta che fu letteralmente impedita dal Partito Democratico il quale con tutta l’arroganza che lo contraddistingue e forte dei suoi numeri di maggioranza, riuscì a non far discutere l’argomento frenando di fatto un’ iniziativa democratica, prevista e permessa dalla legge e dai regolamenti comunali.
Persino il sindaco Michele de Pascale, ignorando i doveri di garante impliciti nel suo ruol, ha agito per l’ennesima volta come un segretario di partito, cercando di influenzare i consiglieri comunali tramite la diffusione di una nota della Cooperativa Cristoforo (vincitore del bando comunale poi annullato dal Tar), che paventava una inconsistente ipotesi di pericolo per il Comune.
Nella vicenda era intervenuto anche il segretario generale del Comune a dare man forte alle tesi del Pd, con interpretazioni fantasiose del diritto amministrativo in materia di convocazioni di commissioni consiliari.
Perché tutto questo ostracismo? Perché impedire ai consiglieri comunali di chiedere spiegazioni e chiarimenti a gara conclusa? C’era qualcosa da nascondere?
Evidentemente le bacchettate che il Tar continua ad infliggere al nostro Comune (quella degli Iat é solo l’ultima di una serie di sentenze del Tribunale Amministrativo regionale contro il Comune di Ravenna), non bastano per far capire a questa arrogante amministrazione comunale che la legge non si interpreta a proprio piacimento.
Anziché mostrare la solita supponenza, il Sindaco de Pascale avrebbe dovuto sin dal primo momento ascoltare e valutare le perplessità esternate da La Pigna, evitando così di portare il Comune di Ravenna al massacro del Tar.
Una scelta la sua che é già costata alle casse del Comune di Ravenna 5.500 euro oltre IVA e oneri di legge, ai quali si aggiungono alcune decine di migliaia di euro per la proroga all’attuale.gestore.
Anche questa volta, peggio di così non potevani fare.”