“Se andiamo indietro di qualche mese fa in cui il Comune  ipotizzava lo spegnimento, seppur parziale,  dell’illuminazione pubblica, proprio per applicare gli indirizzi ministeriali in materia di contenimento dei consumi, e  il prefetto di Ravenna in modo garbato e senza invadere i  confini dell’autonomia e della competenza politica, sottolineò da una parte l’importanza di una corretta razionalizzazione dei consumi e, dall’altra, richiamò l’attenzione sul grande tema della sicurezza.

Ora non si vogliono eludere gli indirizzi nazionali su questa materia, ma allo stesso tempo non è pensabile rinunciare alle luci notturne che dovrebbero rappresentare un deterrente per evitare rapine, furti e illeciti di vario tipo, cui si aggiunge anche la sicurezza stradale. Si possono trovare alternative per produrre risparmi ed economie anche in questo settore, così come indicate, tra l’altro, nel testo dell’ex ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, agendo, ad esempio,  sull’illuminazione dei pubblici uffici, su alcuni dispositivi di accensione e spegnimento delle luci, sull’uso dei dispositivi al led, sul controllo degli apparecchi informatici, ecc. sino a richiedere un uso appropriato dell’illuminazione pubblica. Ma non certo un coprifuoco né uno spegnimento generalizzato estremamente pericoloso e inaccettabile. Peraltro Codacons al riguardo sottolinea come provvedimenti di questa natura comportino inevitabilmente un “incremento dei rischi per la circolazione e la sicurezza della comunità”.

Soprattutto in questo caso la Giunta comunale è chiamata ad un’analisi approfondita per ricercare le fonti degli sprechi negli edifici pubblici, ma più in generale è in dovere di realizzare maggiori economie su tutta la ‘macchina comunale’, quale intervento salutare in termini di abolizione delle inefficienze ed efficientamento.”