“Forse non tutti sanno che a Ravenna è nata e cresciuta la “creatrice di moda” Alba Toni in arte Koefia, fondatrice dell’Accademia Koefia, famosa a livello non solo nazionale e frequentata ancora oggi da molti studenti provenienti da paesi europei ed extraeuropei.
Koefia Alba Toni nacque a Ravenna il 6 aprile del 1913, da una famiglia semplice: la mamma Rosina, casalinga e il babbo Paolo, spaccapietre (di lui è presente una foto in Darsena). Nel periodo della sua formazione scolastica, lavorando presso laboratori sartoriali e di modisteria, Koefia sentì crescere l’interesse per la moda. Era poco più che un’adolescente quando progettò una nuova tecnica rivoluzionaria. La giovane ebbe l’idea di tagliare i modelli direttamente sul manichino. Questa intuizione diede alle creazioni non più una visione piana come nel cartamodello classico tagliato sul tavolo, ma tridimensionale. Nel 1951 fondò a Roma la Casa Creatrice di Modelli Alta Moda Koefia, alla quale seguì pochi mesi dopo l’apertura dell’Accademia Internazionale Koefia, luogo per insegnare ai giovani i segreti dell’alta moda e del processo produttivo, dalla progettazione alla realizzazione di abiti e collezioni.
Con il cartamodello tridimensionale, la forma e il taglio del capo, a partire dal figurino disegnato, venivano realizzati in carta velina sul manichino. Il modello di carta così scolpito veniva successivamente tradotto in tela, dando forma a un prototipo di abito completo di tutte le componenti, pronto a passare alla fase sartoriale. La tecnica da lei inventata la rese nota al punto che le migliori sartorie d’Europa cominciarono a chiedere i suoi modelli. Ancora oggi, i grandi capi dell’alta moda italiana vengono creati così. Il prestigio della scuola e le competenze che sviluppa tra i suoi studenti sono ancora molto considerate e attuali in tutto il settore tra le maison e i brand più famosi.
Da questa storia nasce la richiesta, che verrà presentata al consiglio comunale in una mozione firmata da Stefania Beccari del PD insieme a Chiara Francesconi del gruppo misto e Giancarlo Schiano del M5S, di intitolare uno spazio pubblico ad Alba Toni Koefia, donna ravennate che si è distinta nel campo professionale della moda.
«È importante – dice la consigliera Stefani Beccari – ricordare che l’azione delle donne troppo spesso è relegata a ruoli di contorno, mentre ci sono figure femminili che meritano un riconoscimento per come hanno saputo distinguersi e per il contributo che hanno dato in vari ambiti. Valorizzare tutte le eccellenze intellettuali, professionali e imprenditoriali del nostro territorio significa anche cercare di portare alla luce storie come quella di Alba Toni Koefia. La ravennate Koefia infatti è riuscita ad affermarsi in un settore specifico e a portare al successo il proprio genio creativo. Lo ha fatto con determinazione, in periodo storico in cui il ruolo della donna non era certamente quello della donna manager.
Anche la toponomastica della nostra città deve prestare particolare attenzione alle figure femminili che sono state essenziali per la crescita sociale, economica, tecnica, scientifica e intellettuale, e darne il meritato risalto in una logica di paritario riconoscimento. Ciò è necessario per la formazione e l’educazione delle generazioni più giovani, poiché devono avere di fronte un numero sempre maggiore di vie intitolate anche a donne. I ragazzi e le ragazze devono avere la possibilità di conoscere queste figure femminili, di chiedersi chi erano, quali difficoltà hanno dovuto attraversare per sentirsi realizzate e apprezzate. Farle conoscere significa svelare il genio, la costanza e la caparbietà che le ha contraddistinte; significa comprendere come talenti e passioni possono diventare ragioni di vita ed esempi».
Pertanto, nella mozione, i consiglieri impegnano il Sindaco, il Presidente della provincia e la Giunta a individuare uno spazio pubblico da intitolare a questa figura femminile che si è distinta nella sua professione e ha saputo portare la sua tecnica innovativa nell’alta moda italiana, facendola conoscere ed apprezzare oltre i nostri confini nazionali.”