Maggiori dettagli sugli emendamenti al Piano energetico regionale. Lo hanno chiesto i consiglieri di viale Aldo Moro dopo che, nel corso della commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini, l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla ha presentato gli “Emendamenti e integrazioni alla proposta di “Piano Triennale di Attuazione 2022-2024″ del Piano Energetico Regionale 2030”.
Un Piano che potrà contare su risorse pubbliche per 4,5 miliardi di euro e che approderà in Aula il 6 dicembre per l’approvazione dopo altri passaggi contenuti in un cronoprogramma illustrato da Rontini: “Saranno ascoltati gli stakeholder (portatori di interesse), poi ci sarà la discussione generale che porterà all’esame dell’articolato. Dobbiamo essere tempestivi, per dare risposte a cittadini e imprese su energia e caro bollette”.
Il Piano approvato per il triennio 2017-19 è stato prorogato fino ad oggi, ma, ha spiegato la giunta, alcuni parametri sono stati modificati dalla Ue: “Il pacchetto Ue al 2030, prevedeva il 40% di riduzione di emissioni, il 27% di risparmio e 27% di energia prodotta grazie al contributo di fonti rinnovabili.
Obiettivi già recepiti dalla Regione con il Patto per il lavoro e clima, che ha innalzato gli obiettivi. E la Commissione europea ci segue perché con il con REPowerEU, le rinnovabili sono state portate al 45%, il calo di emissioni al 55% e il risparmio al 32. Oggi la situazione è favorevole perché la strategia regionale è coerente con questi obiettivi”.
Per l’assessore Colla “il Patto triennale è una sterzata rispetto al 2017 anche perché oggi quei dati non sarebbero accettabili sul piano politico. Entro il 2023 apriremo un confronto con tutti coloro che possono dare un contributo (università, Enea, Cnr e altri, iun un’ottica di partecipazione) per elaborare un nuovo Quadro conoscitivo per il nuovo Per”.
Con il governo la Regione sta discutendo alcuni decreti. L’Emilia-Romagna opera per sgravi e posiziona gli emendamenti usciti dal tavolo permanente di crisi energetica. “Siamo al lavoro con l’esecutivo nazionale – ha continuato Colla – anche sul testo Fer 2 (Fonti da energie rinnovabili) che andrà in Ue e contiene incentivi per l’energia verde (biogas, biometano, quali materiali utilizzare)”. L’ultimo decreto riguarda le aree Idonee che indica dove e come posizionare gli investimenti.
Grandi gli investimenti. Le risorse pubbliche 2022-2024 prevedono poco più di 2 miliardi di euro dal Pnrr, ulteriori risorse dallo Stato per 1,7 mld, 301 milioni dal Fesr, 58 dal Fse e 423 milioni dalla Regione. “Risorse mai viste in tre anni – ha affermato Colla – per ogni euro pubblico c’è un euro e più dalla parte privata”.
La Regione, ha scandito l’assessore, si muove su tre grandi asset: abitare, mobilità e produzione (manifattura): “Servono idee precise: noi abbiamo 8 assi a partire da ricerca, formazione e innovazione (creare una cultura green). Poi c’è la rete degli interventi con i grandi gestori e le partecipate, le multiutility, utili ai sindaci se vogliono fare green. “Ad esempio – ha ricordato Colla – a Castel San Giovanni (Piacenza) nascerà un grande impianto di stoccaggio di batterie nella centrale elettrica”.
L’asse 2 riguarda le infrastrutture, le reti e le aree produttive che comprendono lo sviluppo delle Comunità energetiche (Cer), l’idrogeno verde, progetti per lo sviluppo impianti da fonti rinnovabili, la qualificazione energetica, e ambientale delle aree produttive. Gli investimenti saranno tutti di “prossimità”, l’Asse 3: transizione energetica delle imprese (sostegno a efficientamento energetico, progetti di filiera, nuove imprese green, finanza agevolata, produzione di agroenergie), l’Asse 4: riqualificazione, patrimonio, privati e l’Asse 5: rigenerazione urbana e patrimonio pubblico. Gli Assi 6, 7, 8 riguarderanno rispettivamente mobilità intelligente e sostenibile (diffusione veicoli a ridotte emissioni, Trasporto pubblico locale, ciclopedonale, treni, bus, elettrificazione rete ferroviaria, trasporto ferro di merci e persone, intermodale e altro), azioni di sistema e rapporto con Enti locali (monitoraggio Piano, city manager, sportelli energia ecc) e azioni trasversali di sistema (protocolli e intese con terzi, attività del Comitato tecnico scientifico).
La giunta ha, inoltre, presentato i 15 emendamenti al Piano “perché le richieste avanzate dall’Europa sono notevoli, a partire, nel 2023, dal Quadro conoscitivo, per proseguire con il monitoraggio e la divulgazione dei dati”.
Emiliano Occhi (Lega), relatore di minoranza, ha chiesto “se l’obiettivo del 100% di rinnovabili al 2035 non sia un obiettivo troppo sfidante e irrealizzabile e che va oltre le aspettative del Green deal e del REPowerEU”. Il geotermico, poi, ha poche speranze per aumentare la potenza. “Per l’eolico chiedo qual è il punto di vista su quello onshore”. Inoltre, vanno chiariti i dubbi sulla realizzazione degli impianti perle Cer, serve informazione. Infine, sul fotovoltaico, ci sarebbero resistenze alle richieste per le Cer sulle cave esaurite”.
Sul corposo documento presentato è intervenuto anche Luca Sabattini (Pd) chiedendo soprattutto “il livello di integrazione tra il piano energetico e gli altri strumenti pianificatori della Regione come ad esempio il piano rifiuti, lo stato dei decreti attuativi da parte del governo nazionale e come il piano energetico potrà impattare gli strumenti di programmazione urbanistici”.
Specifiche notizie sulle azioni governative, soprattutto per ciò che riguarda le comunità energetiche, sono state chieste anche da Silvia Piccinini (M5S). La capogruppo ha poi avanzato uno specifico quesito sull’aumento all’attività estrattiva in alto Adriatico e “come questa decisione potrà riflettersi nel Piano energetico regionale”.
Silvia Zamboni (Europa Verde) ha chiesto chiarimenti sul City manager e sul fotovoltaico in agricoltura: dare le autorizzazioni all’agrifotovoltaico, che non sia in competizione con le colture. Poi, l’idrogeno verde non va usato per l’automotive”.
Palma Costi (Pd): “Ci sono risorse straordinarie, ma quando si parla di 8 mld (4 definiti, e altrettanti quelli che dovrebbero arrivare dai privati) che cosa si ricomprende? Per la geotermia, alcune zone del territorio sono predisposte ma serve un approfondimento. Va prestata attenzione sul fronte dei risparmi e sulle nuove tecnologie. Vorrei capire, infine, qual è stato l’effetto del superbonus 110% in regione”.
Giulia Pigoni (Lista Bonaccini), relatrice di maggioranza, si è rivolta a Colla chiedendo come avverrà il monitoraggio complessivo sui progetti. “Sulla formazione, gli Its saranno implementati per una maggiore cultura energetica e quale lavoro si farà sui giovani per spiegare la transizione energetica?”.
Colla, replicando ai consiglieri, ha sottolineato che “per il 100% di rinnovabili entro il 2035 è stata impostata una traiettoria possibile”. Tra gli altri temi trattati, l’assessore ha parlato di potenzialità per la geotermia e di attendere una riunione con il governo per fare il punto della situazione su Fer 2. Il tavolo tecnico sulle Cer decide come far uscire i bandi e il primo dovrebbe uscire entro novembre ma solo per rimpianti di 200 kw, perché manca il decreto del governo fino a 1 megawatt “e non risultano resistenze sulle Cer nelle cave”. Colla ha rassicurato che il Piano discusso con il sistema integrato di altri Piani (rifiuti o aria) finalizzato al risparmio e al riuso nell’ottica dell’economia circolare. Sulle Cer comunque “incontreremo il ministro”. Importante, infine, la filiera dell’istruzione e della formazione e “andrà capito quale sarà l’impatto sociale degli investimenti, che potrà creare molti posti di lavoro”.