“Dalle prime recenti uscite del Sindaco Giorgio Sagrini su Monte Tondo, ci eravamo posti la domanda retorica se “il Sindaco volesse il non riconoscimento della vena del gesso come patrimonio dell’Unesco”, oggi dopo le ultime dichiarazioni e la convocazione del Consiglio Comunale di Casola per il 25 ottobre, con l’aggiunta di un punto: ORDINE DEL GIORNO PER L’ESCLUSIONE DELL’INTERA AREA DI MONTE TONDO DI PROPRIETÀ DELLA SOCIETÀ SAINT-GOBAIN DALLA CANDIDATURA A PATRIMONIO UNESCO DELLA VENA DEL GESSO ROMAGNOLA, se ne può avere la certezza”.
La dura critica arriva dal circolo Legambiente Lamone Faenza
“La cosa è particolarmente grave” continua Legambiente “e dovrebbe preoccupare non solo le associazioni ambientaliste ma anche tutti gli Enti Locali che hanno sottoscritto il PROTOCOLLO D’INTESA PER IL SUPPORTO ALLA CANDIDATURA DEI FENOMENI CARSICI GESSOSI DELL’EMILIA-ROMAGNA ALLA WORLD HERITAGE LIST DELL’UNESCO”, del 2021; per questo chiediamo in particolare alla Provincia di Ravenna, all’Unione della Romagna Faentina e ai diversi Comuni coinvolti, oltre che alla Regione Emilia Romagna, di confermare gli orientamenti presi per sostenere la candidatura Unesco nella formulazione originaria”.
Come la Federazione Speleologica, Legambiente spera in una rapida definizione del PIAE, il piano per le attività estrattive, con riferimento lo scenario B promosso dallo studio commissionato dalla Regione Emilia-Romagna, ovvero l’estrazione per un decennio solo all’interno dell’area già precedentemente individuata.
“In quest’ambito, le diverse valutazioni, da parte dell’azienda e degli studi commissionati dalla Regione, sulle quantità di materiale estraibile in questo perimetro potranno essere opportunamente verificate, anche tenendo conto delle modalità di scavo, di uso di tutto il materiale, di sistemazione dei gradoni, oltre che di ripristino delle parti dismesse del sito, dando quindi certezze alle giuste preoccupazioni dei lavoratori e dei sindacati” commenta l’associazione.
“Perché questo possa avvenire tenendo insieme ambiente, lavoro e transizione ecologica è necessario che la Saint-Gobain si impegni:
– al massimo utilizzo del cartongesso dismesso all’interno dello stabilimento di Borgo Rivola nell’ambito di progetti sull’economia circolare, la raccolta differenziata nei cantieri edili è già in atto in diverse regioni; auspichiamo che si lavori al fine di massimizzare il recupero del gesso, e perché Borgo Riva diventi uno stabilimento di eccellenza per la produzione di panelli con materia prima seconda;
– diversificare le produzioni, avviando la sperimentazione per riconvertire lo stabilimento nell’arco di questi dieci anni alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie e pratiche per un’edilizia sostenibile, mantenendo stabile l’occupazione territoriale anche dopo la cessazione delle attività estrattive”.