“La delibera appena approvata in Consiglio Comunale sull’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio del rigassificatore a mare è stata l’occasione per Chiara Francesconi, consigliera del gruppo misto ma militante in Azione, per enunciare la linea politica sull’energia sostenuta dal Terzo Polo. «Il rigassificatore ravennate è il primo di una serie di azioni che devono riguardare la priorità delle priorità: la crescita sostenibile del Paese che non può prescindere dalla soluzione della crisi energetica e da un conseguente investimento massiccio in infrastrutture e innovazione. L’emergenza, ovvero l’obiettivo che la politica deve darsi nel brevissimo periodo, è quella di raggiungere l’indipendenza dal gas russo: è una questione di sicurezza nazionale e come tale deve essere affrontata. Siamo in “un’economia di guerra”: la politica ha il dovere di scongiurare le possibili speculazioni che purtroppo in guerra si fanno. Nessuno deve permettersi di “farsi le budella d’oro” e il rigassificatore ravennate contribuisce anche a questo. Per questo Azione e il Terzo Polo si auspicano che quanto programmato durante il Governo Draghi venga ancora oggi portato avanti, almeno attraverso un piano “prezzo” dove il gas viaggia con il prezzo di mercato e le rinnovabili su un fisso e che si affronti il rischio razionamento attraverso un programma sugli stoccaggi, con i rigassificatori ma anche con la ripresa delle estrazioni in Adriatico. Ecco quello che mi auspico oggi con il voto favorevole a questa delibera: che con la stessa fermezza, con la stessa celerità e con la stessa lungimiranza le Istituzioni a tutti i livelli, il Commissario Bonaccini e la nostra Regione in primis, spingano per la ripresa delle estrazioni nel nostro mare al più presto».
Sull’argomento Filippo Govoni, Segretario Provinciale di Azione, specifica che «questo non vuole dire avere meno a cuore le rinnovabili: siamo noi i primi ad avere fissato nella nostra proposta politica come obiettivo nel medio periodo la riduzione del 55% delle emissioni di CO2 rispetto al 1990 entro il 2030 con fonti rinnovabili, siamo noi i primi a volere proseguire il percorso di decarbonizzazione, così come premiare con incentivi importanti quelle aziende che si rendono autonome. Ma siamo consapevoli che alcuni cicli produttivi non possono fare a meno del gas. Quindi occorre uscire dalle posizioni ideologiche e dire chiaramente che per una politica energetica di lungo periodo, che salvaguardi sviluppo e occupazione, occorre puntare su un mix energetico che includa rinnovabili, gas ma anche il nucleare. È l’unico modo per traguardare le “emissioni zero” nel 2050».
Roberto Fagnani, Segretario Provinciale Italia Viva sottolinea come il Terzo Polo «da lungo tempo si batta per la Transizione Ecologica e contro la Transizione Ideologica. Una transizione responsabile che punti ad utilizzare tutte le fonti di energia pulita. Il Parlamento europeo ha votato per inserire il gas nella lista degli investimenti sostenibili dell’Unione europea e noi da sempre riteniamo che l’utilizzo del gas combinato all’aumento degli investimenti nel rinnovabile sia la strada da percorrere. I rigassificatori consentono di acquistare gas liquefatto trasportato via nave, permettendoci di diversificare i fornitori di questa importante materia prima. Oltre a ciò lo sviluppo dei nostri giacimenti tuttora intatti in Alto Adriatico ci permetterà di produrre gas nazionale offrendolo a prezzi convenzionati per il nostro settore industriale. Rigassificatori, Giacimenti Italiani e Rinnovabili sono una strada obbligata per ridurre le emissioni e per sostenere concretamente le necessità energetiche del settore industriale e delle famiglie. Noi abbiamo fiducia nel lavoro dei tecnici, e siamo certi che la soluzione proposta per Ravenna sia quella tecnicamente più idonea, e che il percorso autorizzativo di questi progetti sarà rigoroso, trasparente e di alto profilo».
Francesconi, Govoni e Fagnani sottolineano il loro apprezzamento poi sul fatto che durante l’iter autorizzativo per la realizzazione del rigassificatore non sia stata mai messa in discussione la scelta di collocarlo nel nostro territorio, fattore che ha indubbiamente consentito di non rallentare il processo di realizzo di un impianto di necessità assoluta: «per fortuna, a differenza di quanto avvenuto da altre parti, le istanze di gruppi di protesta, spesso estremi e poco veritieri, non hanno avuto seguito. Su questo la politica è stata più che mai ferma. A tal proposito» concludono i due esponenti di Azione «ora che si sta parlando anche di compensazioni per cittadini ravennati e per la località di Punta Marina, chiediamo alla politica di essere altrettanto determinata nell’avviare e gestire processi partecipativi con tutti i soggetti coinvolti e di essere sensibile verso le istanze che da questi potrebbero venire.”