Ieri si è svolta la serata spettacolo sul rigassificatore. L’avevamo chiamato lo show del gatto e la volpe, intendendo il duo composto dal commissario della rigassificazione e dal sindaco della nostra città. In realtà Bonaccini ha dato buca e ha mandato al suo posto l’assessore regionale Colla. Così il cerchio si è chiuso, visto che era stato proprio Colla, a fine giugno, a promettere: «sarà svolta un’opera di trasparenza nei confronti di cittadini e corpi intermedi, coinvolgendoli nella fase di pianificazione». Tanto da guadagnarsi un’inequivoca titolazione dei giornali: «Colla: La parola anche ai cittadini».

Niente di tutto questo, come ampiamente previsto, si è svolto ieri sera, a soli due giorni dalla scadenza del termine fissato per la presentazione di osservazioni (che ad oggi sono già un centinaio) rispetto al progetto presentato da SNAM, poi ricambiato e rifinito più volte in corso d’opera, come a nessun cittadino l’amministrazione pubblica mai consentirebbe di fare. Ma con SNAM è diverso. Colla aveva già avvertito quegli inguaribili che ancora si ostinano a credere in uno Stato di diritto e in procedimenti democratici: «il tema non è se, ma come posizionarlo nelle acque ravennati». Ancora più netto Bonaccini che, non a caso, apprezza di più farsi chiamare con il termine inventato di sana pianta di “governatore” rispetto a quello ufficiale di “presidente della Regione”: «Possono chiedere quello che vogliono. Il rigassificatore a Ravenna si farà». Giù la testa, sudditi…

Come Ravenna in Comune avevamo chiesto di onorare la promessa di un pubblico dibattito. «Il rigassificatore è una scelta che va discussa approfonditamente dai territori, in tante assemblee pubbliche nelle ex circoscrizioni, a cominciare da quella del Mare. Occorre sviluppare un dibattito autentico se si intende ribaltare l’opposta decisione assunta nel 2008 a livello istituzionale locale: il no ad un rigassificatore già allora proposto». Niente da fare, non si può discutere di niente. Proprio Colla che aveva aperto alla discussione, ha richiuso tutte le porte per conto del suo capo: «il commissario sarà nelle condizioni di fare l’ultima Conferenza dei Servizi il prossimo 28 ottobre, per poi stare nei 120 giorni dall’avvio che scadono a metà novembre. In questo range daremo la concessione a Snam». Una presentazione pubblica, quella di ieri, ha sostituito, si fa per dire, un dibattito pubblico. Spiace che, oltre tutto, sia stato organizzato in modo da occultare il dissenso: pochi posti complessivi, subito esauriti (perché ci voleva anche il biglietto!), e la metà delle sedie, quella più vicina ai tavoli dei relatori, “riservata“: solo da quel settore, infatti, partivano gli applausi per i relatori, tutti istituzionali a parte SNAM. 

Quello che ormai sappiamo, dopo la serata di ieri, è che, quando le Istituzioni, nei primi giorni successivi alla candidatura di Ravenna (che, senza nessun mandato popolare, avevano presentato per accollare alla città un rigassificatore), avevano rilasciato dichiarazioni sul fatto che era già tutto pronto, mentivano. Avevano detto nel marzo scorso: «Al largo del porto di Ravenna è già presente un terminale marino pronto per il trasporto a terra del gas e l’immissione nella rete nazionale di distribuzione. Qualora il Governo dovesse acquisire la disponibilità di una nave rigassificatrice, capace di ricevere gas liquefatto e riportarlo allo stato gassoso, utilizzare le strutture offshore già presenti al largo del porto di Ravenna per il trasporto a terra del gas e la consolidata esperienza delle aziende del territorio consentirebbe una reale, tempestiva e sicura diversificazione delle fonti di approvvigionamento». In che tempi? «Meno di dodici mesi».

Le previsioni di SNAM, per quanto ottimistiche, fanno giustizia della falsità di dichiarazioni palesemente fuorvianti. Nessuna caldaia potrebbe mai essere alimentata dal rigassificatore di Ravenna prima dell’inverno 2024/2025. Altro che meno di 12 mesi! Il terminale a mare esistente non è in grado di far attraccare in sicurezza né la nave rigassificatrice né le navi metaniere: è indispensabile realizzare completamente a nuovo un chilometro di diga per proteggerle dalle mareggiate. Né le tubazioni esistenti sono utilizzabili. Completamente a nuovo dovranno essere realizzati almeno 45 chilometri di gasdotto tra mare e terra. Il tutto è talmente già pronto che si dovrà dragare per portare ad una profondità di sicurezza di – 15,5 metri. E poiché si scava in acque non protette non sarà un lavoro una tantum: saranno indispensabili controlli continui. Sempre a nuovo, a un tiro di schioppo da Punta Marina, sorgerà un impianto a terra con tanto di camino di scarico. Niente di pronto anche qui: saranno indispensabili espropri per 90 ettari di terreno. La certificazione finale di quanto non fosse tutto pronto, l’ha data di nuovo Colla, confermando le previsioni che già aveva fatto Ravenna in Comune: «nel complesso si parla di un investimento di circa un miliardo di euro».

Ravenna in Comune ringrazia le cittadine e i cittadini che ieri sono intervenuti alla presentazione, dimostrando che alla città sarebbe interessato apprendere di più su un progetto altamente costoso, impattante e pericoloso. Del resto Piero Angela era stato ben chiaro avvertendo che «Quello della metaniera, che si spezza vicino alla costa, viene definito il peggior scenario “energetico” possibile. Cioè l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche». Ancora di più ringraziamo le cittadine e i cittadini che hanno manifestato la loro contrarietà al folle progetto dall’interno e anche all’esterno del Palazzo dei Congressi, cercando di informare con volantini e striscioni, per aumentare la consapevolezza di chi fino a ieri aveva solo ascoltato le parole del gatto e la volpe senza porsi tante domande. Il momento di condivisione era stato organizzato dal coordinamento ravennate della Campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile e da altri gruppi. Anche Ravenna in Comune lo aveva chiesto. Grazie ancora. La lotta continua a Ravenna come a Piombino e negli altri siti dove la lobby della rigassificazione vuole realizzare un grande hub per rigassificare l’Europa, continuando a bloccare l’indispensabile transizione verso le rinnovabili.”