“Pochi giorno dopo la notizia della certa chiusura dell’Unita di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC) all’Ospedale degli Infermi di Faenza, sono giunte precise e circostanziate segnalazioni che danno per altrettanto certa la prossima chiusura del reparto di Medicina Nucleare, con il conseguente trasferimento di tutti i servizi erogati presso gli ospedali di Forlì e/o Cesena” a segnalarlo è Stefano Bertozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale. Bertozzi ha quindi presentato un’interrogazione in vista del prossimo consiglio comunale utile.
“La medicina nucleare faentina svolge diversi servizi di eccellenza, tra questi la scintigrafia con leucociti marcati, insostituibile strumento diagnostico che ad oggi in Romagna vede nel nosocomio manfredo l’unico punto di erogazione, questo fa si che lo stesso attragga oltre ai pazienti del comprensorio anche pazienti fuori provincia in quanto altre specialità simili si trovano solo su Bologna o fuori regione (Marche).
Il reparto in questi anni (difficili) ha sempre rispettato gli obiettivi anche economici assegnati, oltre che chiaramente quelli ben più importanti di servizio” spiega Bertozzi.
“A Faenza sono presenti due gamma camere, datate, bisognose di interventi di sostituzione o riammodernamento, ma l’AUSL Romagna – salvo che le segnalazioni ricevute siano errate – ha deciso di acquistare tre nuovi modelli che verranno però installati presso Forlì e Cesena.
Tutto lascia pensare che la strada sia tracciata, e questo nonostante gli oltre 300 esami scintigrafici con leucociti marcati eseguiti in corso d’anno.
Il continuo depotenziamento o trasferimento di funzioni, più o meno marcato, più o meno evidente, sta proseguendo inesorabile.
La domanda che sorge spontanea è come si concilia la tanto declamata sanità di prossimità con questo continuo impoverimento di funzioni del nostro ospedale” si chiede Bertozzi.
“Su Faenza negli ultimi mesi a fronte di un potenziamento comunque insufficiente dei servizi di emergenza, non supportato da un’adeguata politica sul personale, sono seguiti la chiusura dell’UTIC, il depotenziamento del reparto di senologia, la riorganizzazione a tempo non si sa quanto indeterminato dell’U.O. di chirurgia generale e oggi questa notizia del prossimo intervento sulla Medicina Nucleare, altro fiore all’occhiello della diagnostica locale prossimo a lasciare la nostra città”.