“La tradizione pare attribuire a Lord Byron il nome del celebre Ponte dei Sospiri a Venezia, ma anche a Ravenna avremmo la necessità di classificare il recupero dell’ex caserma Alighieri come… Giardino dei Sospiri.
Evidentemente si tratta di sospiri diversi da quelli del ponte sulla laguna di Venezia, ma a parte il discutibile accostamento resta lo scandalo legato al recupero della caserma Alighieri in via Nino Bixio il cui progetto del 2018 di rigenerazione dell’intera area di 15 mila metri avrebbe dovuto aprire i battenti nel 2021.
L’Amministrazione comunale con toni altisonanti comunicò alla città che avrebbe avuto un nuovo giardino, un’area verde destinata ad orti, una grande struttura in legno per i bambini, un orto botanico e spazi per attività didattiche.
Tutto fermo, tutto bloccato fra le mura di cinta dell’ex caserma e nonostante i numerosi proclami, solo pochi probabilmente sanno cosa effettivamente c’è sotto a questo progetto di riqualificazione.
Infatti quali siano le cause effettive di questo ritardo non è chiaro poiché la rimozione di materiali inquinanti, la bonifica dell’area, i sondaggi del sottosuolo anche dal punto di vista archeologico d’intesa con la Soprintendenza, e le varie analisi del rischio dovrebbero essere già state compiute e completate da molto tempo.
È lecito pensare, dunque, a qualche ragione di tipo ambientale, di inquinamento, di insalubrità, di ritrovamento di reperti archeologici: tutto potrebbe essere possibile, ma almeno si faccia chiarezza in modo trasparente sulle ragioni di questi lunghi ritardi.
Questo silenzio assordante da parte della Giunta che preferisce non spiegare apertamente i motivi reali di tali ingiustificati rinvii, lascia davvero sconcertati molti cittadini.
Oltretutto si parla spesso di pianificazione e urbanizzazione partecipata basata essenzialmente sul coinvolgimento dei cittadini, ma anche in questo caso non stonerebbe renderli partecipi. Eviteremmo sgradevoli sospiri.”